Si è aperto un altro caso attorno alla trasmissione Report, il programma di Rai3 condotto da Sigfrido Ranucci. Una sentenza del Tar ha dato ragione a un avvocato milanese che era stato citato in un'inchiesta condotta dai giornalisti di Report sul tema degli appalti, andata in onda lo scorso ottobre. Per il Tar, l'avvocato potrà avere accesso agli atti in possesso e utilizzati dalla trasmissione per il suo reportage. Contro questa sentenza si è schierata la Rai che ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato. Ranucci, invece, ha commentato: "Sentenza gravissima che viola la Costituzione e la libertà di stampa".
La redazione di Report non sembra intenzionati a rivelare le loro fonti e la direzione di Rai3 tuona che "è un precedente gravissimo, un attacco all'indipendenza e all'autonomia dell'informazione". Il capogruppo della Lega in Vigilanza Rai, Massimo Capitanio, si è opposto alla posizione assunta dall'azienda nei confronti del Tar e ha accusato la Rai e il programma di "stucchevole vittimismo". Dalla parte di Report ci sono il Pd, il Movimento 5 Stelle, la Federazione della Stampa e l'Usigrai. La sentenza del Tar è stata pubblicata su Facebook e qui si legge che l'avvocato può avere accesso agli atti in quanto la Rai è stata equiparata a un organismo della pubblica amministrazione che, pertanto, deve sottostare al principio di trasparenza.
I presidenti di Fnsi e Usigrai hanno rivendicato il diritto di critica della sentenza, occasione per "chiedere nuovamente a governo e parlamento la necessità di un chiarimento urgente sulla natura giuridica della Rai. I giornalisti che fanno informazione in Rai non possono essere paragonati a funzionari della pubblica amministrazione. Pertanto le norme sull'accesso agli atti devono soccombere di fronte al diritto/dovere del giornalista di tutelare le proprie fonti".
I senatori della Lega componenti della commissione Vigilanza Rai, ossia Simona Pergreffi, Giorgio Maria Bergesio e Umberto Fusco, hanno redatto una nota comune. "Sebbene a qualcuno piaccia pensarlo, Report non è al di sopra della legge e come tutti noi anche il programma di Ranucci è tenuto a rispettarla. La sentenza del Tar del Lazio nei confronti della trasmissione di Rai 3 è chiara: non mette in discussione la segretezza delle fonti ma - come è giusto - occorre garantire la trasparenza del servizio pubblico. Si evitino vittimismo e toni esageratamente alterati, semplicemente c'è un pronunciamento che va rispettato", si legge nella dichiarazione.
La Rai si è in prima battuta opposta alla richiesta di accesso agli atti da parte dell'avvocato, appellandosi al diritto al segreto professionale connesso alla tutela della libertà di stampa. Il Tar ha dato ragione all'avvocato e ora sarà il Consiglio di Stato a pronunciarsi sulla vicenda. Se anche in questo caso ci sarà un parere contrario a Report, Sigfrido Ranucci ha già dichiarato che la Rai potrà rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell'uomo.
"Siamo di fronte a un attacco agli ultimi presìdi del giornalismo d'inchiesta. Il rischio è che a Report non scriva più nessuno: sono 78 mila le segnalazioni che riceviamo tra un ciclo e l'altro della trasmissione", ha detto il conduttore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.