Quando portavo i calzoni corti e sognavo i reportage in giro per il mondo, sui banchi di scuola del Nautico di Trieste, immaginavo solo di rincorrere l’avventura, se possibile sbarcare il lunario e raccontare le guerre. Da giovane free lance, senza né arte, né parte, appariva come una missione impossibile. Passione, testardaggine e tanta voglia di scrivere, fotografare, filmare hanno reso possibile questo sogno assieme ad altri due triestini innamorati dei reportage di guerra, Almerigo Grilz e Gian Micalessin. Fra le tante porte che abbiamo bussato quando eravamo alle prime armi, poche si sono aperte, soprattutto in Italia. Una di queste è stata la redazione di via Negri de il Giornale ai tempi di Indro Montanelli. Fra un disco e l’altro del Wiskey go go, dove mi guadagnavo il pane come dj, avevo divorato le pagine di “Morire per Kabul”, un libro di Lucio Lami, inviato di guerra del Giornale in Afghanistan appena invaso dai sovietici. Lucio ci aveva accolto in redazione squadrandoci come una piccola banda di giovani pazzi. Però non aveva lesinato consigli e qualche contatto augurandoci “in bocca al lupo”. Niente di speciale, ma un prezioso incoraggiamento, che ci ha portato nel 1983 in Afghanistan e due anni dopo in Angola assieme a Lucio a raccontare una delle guerre dimenticate di allora. Grazie a quell’inizio rocambolesco, dopo tre decenni continuo a raccontare i conflitti.
Per questo mi sta a cuore il Reporter Day, che lanciamo oggi, con l’obiettivo di fare emergere i giovani appassionati di questo mestiere, duro, difficile, pericoloso, ma affascinante. Un’idea degli occhi della guerra, che dal 2014, grazie al sostegno dei lettori, ci ha permesso di realizzare decine di reportage in giro per il mondo. Non solo sui fronti più tosti in Siria, Libia, Iraq e Afghanistan, ma in ogni angolo di mondo dove ci sia una storia che valga la pena raccontare e che magari i grandi media snobbano. Per farlo c’è bisogno di giovani appassionati, ma con la testa sulle spalle, che raccolgano la sfida dei reportage di qualità.
Il Reporter day cerca giornalisti, fotografi, video maker di talento, che prima dei soldi siano innamorati di questo mestiere. Per partecipare alla selezione basta compilare un form all’indirizzo www.gliocchidellaguerra.it/reporterday2017. E dare uno sguardo al video di presentazione, che ti porta nei conflitti di oggi. Nessuno è Superman, ma credo ancora che valga la pena andare in prima linea a raccontare le guerre. E ci credono i nostri lettori, che continuano a sostenerci con ammirevole slancio. Gli occhi della guerra giudicheranno i tuoi lavori senza sconti, ma con serietà professionale. Ed il premio per il progetto di reportage migliore sarà la realizzazione sul campo e la sua pubblicazione.
Il 22 e 23 giugno le porte del Giornale saranno aperte, per i giovani che si metteranno in gioco con il Reporter day, come ai vecchi tempi delle guerre dimenticate in Afghanistan ed in Angola.www.gliocchidellaguerra.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.