La ribellione dei cardinali. Ecco il rilancio dei "dubia"

I cardinali dei "dubia" riuniti a Roma per riaffermare la "verità della fede". Ecco il convegno sui limiti dell'ufficio di papa Bergoglio

La ribellione dei cardinali. Ecco il rilancio dei "dubia"

I "dubia" su Amoris Laetitia sono stati rilanciati. Il convegno di oggi pomeriggio a Roma non può che essere interpretato così.

"Chiesa cattolica, dove vai?" ha rappresentato un'occasione utile a ribadire alcuni punti fermi: i cardinali Raymond Leo Burke e Walter Brandmueller, sostenuti dalla presenza di alcuni laici, tra cui l'ex presidente del Senato Marcello Pera, e di molti monsignori, appaiono convinti del fatto che papa Bergoglio possa ancora rispondere alle cinque domande poste. In mancanza di questo responso, però, sembrerebbero aver deciso di rispondersi da soli prendendo come riferimento quanto scritto dal beato Newman sul "sensus fidei fidelium".

La pubblicazione dei "dubia" risale ormai a quasi due anni fa, ma il pontefice argentino non hai mai affrontato la discussione con i porporati sottoscrittori né ha mai risposto alla richiesta di udienza. Caffarra e Meisner, gli altri due cardinali firmatari, sono deceduti nel corso del 2017. La questione si è sgonfiata con il trascorrere del tempo, ma i due "conservatori" non sembrano intenzionati a mollare la presa.

Nella declaratio letta da un laico e approvata da tutti verso le 17.40 di oggi pomeriggio durante l'evento tenutosi nella sala La Rambla del Church Vilage, si legge di un "grave pericolo venutosi a creare per la fede e l’unità della Chiesa" e della diffusione di "sconcerto" e "confusione". Fenomeni che sarebbero entrambi "crescenti". "L’urgente richiesta da parte di circa un milione di fedeli, più di 250 studiosi e anche di cardinali di una risposta chiarificatrice del Santo Padre a queste domande - si sottolinea nella premessa alla nuova dichiarazione - non è stata finora ascoltata".

il cardinale Burke ha detto, come si legge sul National Catholic Register, che l'assolutà potestà del papa è data dall'obbedienza a Cristo. Quindi Francesco può "fare a meno della legge" nel caso servisse allo "scopo proprio", ma non puoi mai sovvertirla. E il porporato americano ha anche aggiunto che qualunque atto di un papa considerato "eretico o peccaminoso" o che potrebbe "favorire l'eresia o il peccato, ha minato le fondamenta della società ed è stato quindi nullo e vuoto".

Quanto contestato a papa Francesco, ancora una volta, riguarda l'accesso alla comunione per i divorziati risposati. Nel punto sei del documento viene evidenziata la consueta contrarietà:"Siamo convinti che i divorziati risposati civilmente e non disposti a vivere nella continenza, trovandosi in una situazione oggettivamente in contrasto con la legge di Dio, non possono accedere alla Comunione eucaristica". Nell'esortazione apostolica Amoris Laetitia, Bergoglio ha di fatto aperto a questa possibilità. Burke, Brandmueller continuano a ritenere "dubbia" questa estensione dell'accesso al sacramento dell'eucaristia.

Il cardinale Brandmueller, alla fine del suo intervento, ha dichiarato che: "...quasi un milione di cattolici hanno indirizzato al Santo Padre una petizione riguardo alle questioni sorte con Amoris laetitia, seguiti da oltre 200 eminenti studiosi da tutto il mondo. Sono queste le forme in cui si manifesta oggi il sensus fidei, l’istinto di fede del popolo credente". E che: "Sarebbe ora che il magistero prestasse la dovuta attenzione a questa testimonianza di fede".

Altri cardinali, come il tedesco Walter Kasper, insistono nel dire che il papa non si è inventato niente e che anzi questo insegnamento si inserisce all'interno della tradizione della Chiesa. Da una parte, quindi, si ritiene che il dibattito sia stato gonfiato ad arte e in modo strumentale, dall'altra questi cardinali dei "dubia" sostengono che sia a rischio la "verità della fede".

La conferenza di oggi, che ha registrato la presenza di più di quattrocento persone, è stata dedicata alla memoria del cardinal Carlo Caffarra: l'apertura è stata riservata a un'intervista video dell'ex arcivescovo di Bologna su Humanae Vitae. La storica enciclica di Paolo VI, già da qualche tempo, rappresenta un ulteriore terreno di scontro tra i due "fronti". Una chicca: il cardinale Zen, che sta contestando la linea del Vaticano rispetto al presunto accordo con il governo cinese per la nomina dei vescovi, ha inviato videomessaggio. Zen si è detto preoccupato per la mancanza di comunicazione tra il centro e la periferia della Chiesa.

All'evento hanno presenziato anche il professor Renzo Puccetti, che si è soffermato sulla "rivoluzione della bioetica", il giurista Valerio Gigliotti, che ha parlato dei limiti della plenitudo potestatis del pontefice nella storia del diritto e monsignor Mons. Athanasius Schneider, che ha affrontato il tema della "La Sede Apostolica di Roma come cathedra veritatis".

Il messaggio, in definitiva, appare chiaro: il potere del papa è limitato da quanto previsto dalla dottrina, dalla tradizione e dal diritto.

I "dubia", per questi cardinali e per i relatori presenti, sembrerebbero essere diventati certezze.

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