Non si placa la polemica relativa ai vaccini antinfluenzali. Le dosi scarseggiano, sono centellinate e le consegne vengono portate a termine in ritardo. A denunciarlo è Antonella Colombo, medico di base di Canzo, in provincia di Como, che al Giornale.it ha raccontato le difficoltà e i disagi relativi alla campagna di vaccinazioni.
Alcuni medici hanno denunciato la mancanza di vaccini antinfluenzali in Lombardia. È davvero così?
La situazione è rovente. Questi vaccini ce li stanno dando con il contagocce: la loro consegna, che avviene tramite la farmacia del paese, è contingentata. Per il momento, sono arrivati solamente 50 vaccini Vaxigrip, che è quello antinfluenzale tetravalente per i pazienti fragili. Inoltre, ieri l'Ats mi ha inviato una mail, dicendo che il vaccino destinato agli ultra 65enni (l'Efluelda, che non aveva l'approvazione CE) verrà sostituito con il Fluzone, che probabilmente sarà composto da una siringa senza aghi: così dovremo aggiungere gli aghi, mentre gli altri erano già pronto uso. Questo significa una maggiore perdita di tempo e più disagio.
Ci sono stati ritardi nelle consegne?
Sì, la prima consegna avrebbe dovuto essere ai primi di ottobre, ma i vaccini sono arrivati il 19. Quest'anno, l'Ats ci ha imposto 3 sedute vaccinali: la prima per i fragili (cioè pazienti con patologie croniche, donne in gravidanza e pazienti oncologici), la seconda per gli over 65 e la terza per la fascia dai 60 ai 64 anni. Per quanto riguarda le vaccinazioni della prima categoria, sono stati selezionati alcuni pazienti e mi è stato inviato l'elenco con i nominativi delle persone da vaccinare. A me ne sono stati assegnati 77, che è una cifra irrisoria, pari a circa la metà dei miei pazienti fragili: non so con che criteri sia stata effettuata la scelta, ma io devo vaccinare solo quelli dell'elenco. Gli altri li ho dovuti indirizzare all'Ats. Per la seconda categoria, che comprende gli over 65, è stato stabilito un numero di vaccini pari a 260, su 500 persone.
Ma quanti vaccini sono stati consegnati?
Per il momento i 260 vaccini destinati agli over 65 sono stati solo promessi. Ad oggi, me ne sono stati consegnati solamente 50: la prima tranche, composta da 30 vaccini, è arrivata il 19 ottobre e la seconda, con 20 dosi, ieri. La prossima è prevista, spero, per il 2 novembre, sempre che vengano rispettate le date di consegna. Ma si tratta dei vaccini destinati ai pazienti fragili, mentre quelli per gli ultra 65enne arriveranno più tardi: anche questa volta, non verranno consegnati tutti insieme, ma saranno frazionati. Quelli per lo pneumococco, invece, sono arrivati tutti, sono 42.
Quali conseguenze ha questa situazione?
Sicuramente crea una situazione di disagio, perché non avendo date chiare di consegna non riusciamo a fare i calendari per le vaccinazioni: noi abbiamo un calendario di consegna, ma non viene rispettato. Ovviamente i cittadini sono arrabbiati, anche perché dopo che è stata fatta tutta la campagna, non possono vaccinarsi. E noi siamo tempestati da telefonate continue: ci hanno creato un ulteriore disagio, che si aggiunge al carico burocratico delle prenotazioni dei tamponi e al monitoraggio dei pazienti a casa. È un disagio che si accomuna a quello di altri miei colleghi: siamo tutti nella stessa situazione disperata e molto pesante.
Perché questi disagi?
Sicuramente quest'anno c'è stato un aumento della richiesta, perché già da febbraio è iniziata la campagna vaccinale. Inoltre, già da febbraio sono stati fatti i bandi per le case farmaceutiche, ma sono state proposte cifre irrisorie, che non sono state accettate. Poi a giugno, quando è stato rifatto il bando, le case farmaceutiche, avevando pochi prodotti a disposizione, hanno proposto cifre alte e si è guardato all'estero: qui in Europa non c'erano più prodotti e hanno comprato vaccini dalla Cina.
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