Da brutto anatroccolo a cigno: ecco la Lombardia che torna a fare la Lombardia in quanto ad efficienza sanitaria e macchina organizzativa. A sorpresa, infatti, nell'ultima settimana ha recuperato terreno nei confronti del Lazio e colmato l'enorme gap sulle vaccinazioni che era presente fino a poco tempo fa.
Cosa dice il report
Infatti, il report a cura di Altems, l'Alta scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell'Università Cattolica del Sacro Cuore chiamato "Modelli organizzativi di risposta al Covid 19" (clicca qui) parla chiaro: nella settimana tra il 5 e 12 aprile, la differenza tra dosi di vaccino previste e quelle effettivamente somministrate vede il Lazio al 52% e la Lombardia al 49%, quasi uguali. Un dato inequivocabile che segna il cambio di passo riguarda il "Numero medio di somministrazioni per punto vaccinale" che il rapporto tra vaccinazioni effettuate e punti vaccinali: negli ultimi 7 giorni, le regioni che hanno effettuato il maggior numero di inoculazioni per punto di somministrazione sono state: la Lombardia (2473), la Campania (2736) e il Molise (2209). La Regione di Fontana, quindi, è addirittura al secondo posto nazionale. Ma non è ancora tutto: Lombardia batte Lazio anche sotto la voce "Punti di somministrazione territoriali ed ospedalieri al 13 aprile 2021" per ciascuna regione: se nel territorio davanti a tutti ci sono Puglia (395), Toscana (147) e Veneto (141), per quanto riguarda i punti di somministrazione ospedaliera la Lombardia, con 111, è seconda soltanto alla Sicilia (124) ma davanti al Lazio con 86. Il recupero lombardo si evince anche sulla popolazione che ha avuto almeno una dose di vaccino: nel Lazio è il 19,44% pari a 962mila persone, in Lombardia la percentuale non è troppo più bassa ( 17,1%), ma corrisponde ad un numero maggiore di persone, 1,4 milioni di cittadini.
"La Lombardia sta recuperando"
"Il Lazio è partito meglio della Lombardia - spiega Americo Cicchetti, estensore del rapporto e professore di Economia all'Università del Sacro Cuore a Repubblica - ma quest'ultima sta recuperando. La forza del Lazio, all'inizio, è stata nella scelta di concentrare i processi di prenotazione sotto un'unica grande regia, cosa che la Lombardia non ha fatto. La risposta della Lombardia è arrivata in questi giorni, accelerando molto sugli over 80, ma lasciando indietro i 70enni". La "rimonta", come si dice in gergo sportivo, della regione dove Letizia Moratti è assessore alla Sanità da 100 giorni, era stata prevista anche da Guido Bertolaso che in tempi non sospetti aveva previsto un'accelerazione lombarda parlando di "33mila vaccinati al giorno".
Le due regioni a confronto
Non teme confronti l'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato. "Sugli over 80 completiamo le vaccinazioni entro il mese come previsto e sugli over 70 siamo molto avanti. Per il resto, da ieri siamo ben oltre le 32mila somministrazioni al giorno e possiamo raddoppiare se arrivano le dosi. Sono ben felice se altre regioni raggiungono buone performance, ma Roma sta dimostrando di essere sinonimo di efficienza e gentilezza". Dal canto suo, Letizia Moratti, in un'intervista al Corriere della Sera afferma che "la Lombardia non si è mai discostata dal piano vaccinale nazionale e dalle priorità indicate. Siamo stati i primi a completare la prima dose agli operatori sanitari e agli ospiti delle residenze per anziani. Abbiamo somministrato quasi un milione di dosi agli over 80 e siamo al primo posto per copertura vaccinale di quelle persone così duramente colpite dal Covid in questi mesi".
La strategia lombarda
Lo ha detto D'Amato prima, il Lazio è avanti nella categoria 70-80 anni rispetto ad altre regioni, Lombardia compresa. Il perché è presto detto: si è preferito mettere in sicurezza, prima, gli anziani delle Rsa decimati dalle prime due ondate del Covid per poi procedere via via con categorie meno a rischio. "Lunedì scorso è partita la vaccinazione per quella fascia di età - afferma la Moratti - Contiamo di chiudere la somministrazione della prima dose entro due settimane. Ma era intuitivo che qui la vaccinazione di anziani e persone fragili comportasse più tempo: per loro non abbiamo guardato alle classifiche ma a mettere in sicurezza ospedali e Rsa e a proteggere le fasce d’età più in pericolo".
La Lombardia, come sempre, si farà trovare pronta nelle sfide sanitarie che avrà la pole position quando ci sarà la ripartenza. La lezione che ci ha insegnato la pandemia non si può dimenticare. "È un settore strategico. Bisogna investire nella salute delle persone e investire nella tutela dell’ambiente. È ormai evidente che salute delle persone e salute del pianeta sono una cosa sola. La Regione ha stilato un piano di investimenti di 4 miliardi di euro per i prossimi anni, in parte finanziamenti che arrivano dal Next Generation Eu", aggiunge. Inoltre, la Lombardia punta ad essere un punto avanzato di ricerca biomedica sulle malattie infettive. "Nelle linee di programma c’è un Centro di coordinamento nazionale per la prevenzione delle malattie infettive.
Un grande progetto, perché prevenire vuol dire anche avere un occhio attento ad aspetti come cambiamenti climatici, decadimento della biodiversità e della qualità dell’ambiente, al traffico degli animali che possono costituire i prodromi per zoonosi, spillover e catastrofiche pandemie, come quella che stiamo attraversando", conclude la Moratti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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