“Dopo otto anni di Camping River, per colpa della Raggi e di Salvini, sono dovuta tornare qui”. Queste sono le parole di Amida, una ragazza rom di 23 anni che si è accampata nel parco archeologico di Centocelle. Proprio dove sorgeva l’ex Casilino 900, il campo nomadi più grande d’Europa, sgomberato da Alemanno nel 2012, le baracche stanno prendendo di nuovo il sopravvento (guarda il video).
La incontriamo assieme a sua sorella, lungo il sentiero che conduce nel cuore del parco dove la loro famiglia, sgomberata dal campo di via della Tenuta Piccirilli, si è stabilita da qualche settimana. Vivono qui dal 28 agosto, dentro una tenda e con la paura di essere nuovamente cacciate. Non hanno né acqua né luce (i due lampioni più vicini sono guasti), sono circondate da cumuli di immondizia, zanzare e topi. Mentre camminiamo ci avvertono di stare attenti ai “loro vicini” nordafricani, che sono molto meno ospitali di loro. “Qui ci stanno anche altri rom, una trentina di marocchini e persino un signore calabrese”, ci dicono. “Sono d’accordo che i campi devono chiudere, anche perché pure noi non ne possiamo più di vivere così ma, ora, stiamo peggio”, racconta Amida. Ma come mai, allora, hanno rifiutato tutte le alternative proposte dal Comune? “Non sono razzista – dice – ma nel centro d’accoglienza dove mi hanno mandata, c’era un uomo di colore totalmente nudo che mi ha mandata a quel paese. Poi – aggiunge – l’idea di separarci dalla famiglia, per noi rom, è inaccettabile”. E adesso, avverte la ragazza, “faremo nuove baracche”. Anche gli altri sfollati del River rimasti all’addiaccio, infatti, sarebbero in procinto di accamparsi nel parco. Perchè, incalza un altro abusivo, “quando arriva uno, si sparge la voce e vengono tutti”.
“Quello che abbiamo visto rappresenta il fallimento delle politiche di integrazione della giunta Raggi”, attacca Giorgio Mori, responsabile romano del dipartimento immigrazione di Fratelli d’Italia e consigliere del XV Municipio. “La responsabilità – ribadisce – è della Raggi, che ha iniziato un piano nomadi senza aver preparato una via alternativa di superamento concreto dei campi”. Così adesso, avvisa il meloniano, “c’è il fondato timore che risorga il Casilino 900 ed esploda nuovamente il fenomeno dei roghi tossici”. A Mori fa eco Emiliano Corsi, consigliere della Lega al V Municipio: “Il rischio che riprenda vita il Casilino 900 è sempre più concreto. Quello di Centocelle è il parco archeologico più grande di Roma ed è uno scandalo che non sia mai stato fruibile per i cittadini”.
Questa situazione preoccupa moltissimi residenti, visto che – con i suoi 120 ettari – l’area verde si estende in più quartieri. Non solo quello di Centocelle. Torre Spaccata, ad esempio, è il rione che soffre di più per il ritorno degli abusivi, che si sono accampati proprio nella parte nord del parco, all’angolo tra via Palmiro Togliatti e via dei Romanisti. Secondo Urio Cini, dell’Associazione Parchi e Giardini di Torre Spaccata, non ci sono dubbi: “Il Casilino 900 è già risorto e con esso sono tornati i roghi tossici, una piaga che era stata debellata. E sono aumentate anche “discariche abusive e tensioni: un residente che ha osato protestare è stato persino minacciato”. “Il nostro timore è che il parco di Centocelle non possa mai decollare pienamente finché non sarà bonificata tutta l’area”, aggiunge Cini al termine di una riunione con le varie associazioni e i vari comitati di quartiere che, probabilmente, costituiranno un forum per avere più voce in capitolo. D’altronde, i residenti delle periferie romane sono da sempre i più vessati e trascurati.
È dal 2006, da quando è stato inaugurato il parco dall’allora sindaco Walter Veltroni, che attendono una risposta dalle istituzioni. E nemmeno nell’era grillina è cambiato qualcosa. Anzi, le politiche della Raggi rischiano di far sprofondare di nuovo questo quadrante di Roma nel caos.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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