Rom in ospedale, la Lega: "Superato ogni limite"

Il caso dei rom all'Ospedale Papa Giovanni XXIII. La Lega: "La magistratura vada fino in fondo in modo deciso. Va dato un segnale forte a questi clan di nomadi"

Rom in ospedale, la Lega: "Superato ogni limite"

Anche la politica interviene sul caso dei rom nel reparto di oncologia dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. "È stato superato ogni limite", attaccano i parlamentari leghisti Daniele Belotti e Simona Pergreffi.

L'intervento della Lega prende spunto dall'inchiesta pubblicata oggi sul Giornale (guarda qui). "Il reparto di oncologia dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo occupato da decine di rom addirittura per un mese - dicono i parlamentari - Secondo quanto riportato dalla stampa la sala del secondo piano di oncologia è stata occupata da un numeroso clan di rom che ha avuto una parente ricoverata per circa un mese. Come denunciato dal personale sanitario i nomadi hanno fatto il bello e il cattivo tempo, richiedendo prestazioni inutili, alzando la voce, minacciando".

Per i leghisti quanto accaduto è inaccettabile. "In corsia i disagi sono stati pesanti, oltre all'assoluta assenza del rispetto delle norme igieniche. In base ai racconti degli operatori del reparto hanno portato persino i bambini piccoli che giocavano e scorrazzavano in corridoio con le biciclette, per non parlare della notte quando la situazione degenerava con via vai di trenta o quaranta persone, infermieri costretti a fornire cuscini e lenzuola, grande disturbo per tutti i pazienti ricoverati, anche gravi, bagni per i visitatori lasciati in condizioni disdicevoli, medici esonerati dalle guardie notturne perché presi di mira dai nomadi convinti ci fosse stato un ritardo nell'inizio della terapia, una stanza presa a uso esclusivo per l’impossibilità di lasciare un altro paziente lì con loro", spiegano gli onorevoli del Carroccio.

È giusto precisare che la situazione ora è tornata alla normalità, dopo il decesso (avvenuto lunedì) della paziente. La Direzione Sanitaria del nesocomio in giornata ha anche redatto una nota (leggi qui), per spiegare che "non appena informata della situazione" ha "disposto l'intervento della sorveglianza interna e del posto di Polizia di Stato presente in Pronto Soccorso". "Visto il perdurare di atteggiamenti poco rispettosi del personale degli altri degenti e della struttura - si legge nella nota - la Questura ha inviato due pattuglie". La posizione del Papa Giovanni XXIII è chiara: "Gli ospedali sono luoghi di cura, purtroppo in tutta Italia assistiamo sempre più spesso a episodi di maleducazione e aggressività verso gli operatori, nei confronti dei quali l'Azienda ha da tempo attivato sistemi di videosorveglianza e vigilanza interna e si riserva di denunciare illeciti alle autorità competenti".

La Lega intanto va all'attacco: "È stato superato ogni limite - dicono Belotti e Pergreffi - Situazioni di questo genere non sono più tollerabili se pensiamo anche alle aggressioni fisiche subite dal personale al pronto soccorso nell'agosto del 2018 ad opera sempre di bande di rom come avevamo già denunciato. Adesso chiediamo la verifica di quanto successo: la direzione dell’ospedale, che è parte lesa, presenti denuncia all'autorità giudiziaria e che la magistratura vada fino in fondo in modo deciso: va dato un segnale forte contro la strafottenza, l’arroganza, l’inciviltà di questi clan di nomadi che pretendono e minacciano negli ospedali". Inoltre, "settimana prossima alla Camera verrà approvata una nuova legge che inasprisce le pene per le aggressioni all'interno delle strutture sanitarie.

La Lega chiederà che si preveda il riconoscimento di pubblico ufficiale per il personale sanitario aggredito in modo che le denunce per questi reati possano avanzare d’ufficio. Dedicheremo l’approvazione di questa legge proprio a queste incivili e prepotenti bande di rom".

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