Roma, arrestati due anarchici: "Evitati altri atti di terrorismo"

Arrestati gli anarchici Gianluca Iacovacci e Adriano Antonacci. Gli inquirenti: "Volevano sovvertire lo Stato"

Roma, arrestati due anarchici: "Evitati altri atti di terrorismo"

Tra il novembre del 2010 e il dicembre del 2012 hanno messo a segno almeno undici attentati e danneggiato tredici obiettivi nell’area dei Castelli romani, in particolare ad Albano Laziale, Marino, Frascati e Genzano. Questa mattina il Ros e il comando provinciale dei carabinieri di Roma, coordinati dalla procura capitolina, hanno arrestato due peroicolosi anarchici che appartengono alla struttura eversiva "Federazione Anarchica Informale / Fronte Rivoluzionario Internazionale". "Il blitz - hanno assicurato finti vicine all'operazione - ha con ogni probabilità evitato che venissero messi a segno ulteriori attentati".

Secondo gli inquirenti che hanno portato avanti le indagini, gli attentati attribuiti a Gianluca Iacovacci (29enne nato e residente a Frascati) e Adriano Antonacci (26enne nato a Genzano e residente ad Albano Laziale) erano "l’esecuzione di un preciso disegno ideologico teso a sovvertire violentemente l’ordine democratico dello Stato". Disegno che "non doveva limitarsi al solo contesto nazionale", ma allargarsi sino a "concretizzarsi nel più ampio progetto rivoluzionario sancito dalla costituzione dell’organizzazione" nota con l’acronimo Fai/Fri e attualmente attiva in diversi continenti. Il 21 dicembre del 2010 vengono infranti il monitor dello sportello bancomat e la vetrina blindata dell’ingresso della filiale della Banca di Roma di Corso Matteotti ad Albano Laziale: le telecamere di videosorveglianza vengono imbrattate con vernice nera. Oltre alla solita "A" iscritta nel cerchio, appaiono espressioni di "solidarietà" nei confronti degli anarchici Costantino Ragusa, Luca Christos Bernasconi e Silvia Guerini, arrestati in Svizzera con degli esplosivi. L’8 marzo dell'anno dopo nel mirino finisce la sede dell’Eni di Albano Laziale: ancora scritte "in difesa della terra" e di "solidarietà agli insorti". Il successivo 6 aprile all’interno della discarica di Cecchina viene attaccato a un escavatore uno striscione con la scritta "Azione diretta in difesa della terra", seguita dalla immancabile "A" iscritta in un cerchio: su internet vengono diffuse foto che documentano il danneggiamento di due escavatori, un rullo compressore e un autocarro. Tutti mezzi di una ditta incaricata di alcuni lavori dalla Regione Lazio. Il 25 maggio, in un’area di servizio dell'Agip di Marino, vengono tagliati sei erogatori di benzina, danneggiato il distributore del self service e incendiato il locale adibito a magazzino. Il 14 dicembre del 2011 gli anarchici mandano in pezzi il monitor del bancomat dell’Agenzia Unicredit di Frascati e tentano di sfondare la vetrina blidata della porta d’ingresso. Tra le scritte, compare per la prima volta l’acronimo Fai ma l’azione viene ulteriormente rivendicata on line "in solidarietà con i fratelli greci e i compagni colpiti, processati e imprigionati dalla repressione di Stato".

Il "salto di qualità" si è ormai consumato. Otto giorni dopo, il 22 dicembre, la sede della Banca Popolare di Sondrio di Frascati subisce un attentato incendiario mentre la Deutsche Bank lamenta danni ai vetri blindati. Solo l’intervento dei vigili del fuoco evita pericoli per l’incolumità pubblica visto che "la banca è sita al pian terreno di un palazzo popolare sito nel centro storico e che l’incendio avrebbe devastato diverse abitazioni". Il 15 marzo del 2012 viene data alle fiamme il portone in legno della sede dell'Enel Green Power di Frascati, in via del Castello: viene danneggiata anche la porta blindata a vetri. Una mano anonima verga sulle mura esterne dell’edificio "Enel domina e distrugge" e il simbolo dell’anarchia. La firma è di nuovo quella della Fai. Il 19 luglio 2012 i bersagli sono le filiali della Unicredit Banca di Roma e della Banca Nazionale del Lavoro, ancora a Frascati: vengono lanciate due bottiglie incendiarie mentre su un muro appare lo slogan "La terra vale più del vostro denaro". L’attentato viene rivendicato il giorno dopo.

L’11 dicembre dello scorso anno, contro la sede della Banca di Credito Cooperativo Giuseppe Toniolo di Genzano vengono scagliati due ordigni incendiari: questa volta nessuna rivendicazione, però, perché gli ordigni, seppur attivati e idonei ad esplodere, non scoppiano.

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