Roma, bimbi della materna 'ostaggio' di un branco di volpi

Ratti, capre, cinghiali e, adesso, anche le volpi. Lo “zoo Capitale” continua a popolarsi di nuove specie e, stavolta, a farne le spese sono i 900 alunni dell’Istituto comprensivo del Parco degli Acquedotti, in via Lemonia, zona Cinecittà. Nell’intercapedine sottostante i padiglioni prefabbricati della scuola, infatti, ha trovato “casa” una famiglia di volpi, probabilmente attratta da odori e scarti di cibo della mensa.

Così l’area verde è diventata off limits per i piccoli studenti che, dall’inizio della scuola, sono costretti a trascorrere la ricreazione in classe. “La situazione è molto pericolosa - spiega una delle mamme esasperata - ho paura che mio figlio possa venire in contatto o, ancora peggio, esser aggredito da quegli animali”. Le volpi, infatti, sono serbatoi nautrali del virus della rabbia che, tramite il contatto con la saliva dell’animale infetto, si trasmette all’uomo. Senza contare che, i mammiferi, hanno anche scavato numerose buche e, adesso, il giardino sembra “un campo minato”.

L’arrivo della famigliola di canidi era stato segnalato agli uffici tecnici di Roma Capitale e alla Guardia zoofila, lo scorso 15 agosto, dal personale dell’istituto. Anche la Asl territorialmente competente era stata allertata. Ben prima, quindi, dell’inizio dell’anno scolastico tutti sapevano ma, ad una settimana ormai dal ritorno tra i banchi, ancora non nessuno è intervenuto. “Abbiamo immediatamente scritto sia alla Asl di competenza che all’Ufficio scolastico del Municipio VII e al dipartimento Ambiente Roma Capitale – tuona in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale di Fratelli d’Italia - perché si possa rapidamente risolvere una situazione che sta allarmando sia il personale scolastico sia i genitori dei bambini che frequentano l’istituto”.

Sempre dalla Regione Lazio, Luca Malcotti, consigliere di Cuoritaliani, ha annunciato di aver

depositato un’interrogazione “per chiedere al Presidente Zingaretti di intervenire sulla vicenda”. Adesso, gli fa eco Santori, “occorre trovare una soluzione che metta in sicurezza l’area senza però nuocere alla cucciolata”.