Roma, gli hooligans colpiscono ancora

Attimi di terrore, nel tardo pomeriggio, in via Cavour. A due passi dal Colosseo espolde la violenza tra tifosi inglesi, almeno due i feriti

Roma, gli hooligans colpiscono ancora

Roma, una città tormentata dal tifo selvaggio. Alla vigilia di un match importante come, quello che si disputerà stasera all’Olimpico, è sempre il solito refrain. Frammenti di una storia che ha davvero poco a che fare con lo sport e con i suoi valori. È violenza, criminalità, ignoranza.

Così, a poche ore dall’assalto di via del Colosseo, la storia si ripete. Stavolta a fronteggiarsi non sono i tifosi delle squadre che stasera s’incontreranno nel rettangolo verde ma gli stessi supporter del Chelsea. Almeno stando alle prime ricostruzioni. Una lotta intestina, sfociata in alcuni minuti di violenza che hanno terrorizzato negozianti e residenti. In via Cavour, da questa mattina, gruppetti di sostenitori dei “Blues” si sono dati appuntamento per bere. Bevono da ore, e nel tardo pomeriggio non ragionano più. Hanno preso il quartiere in ostaggio.

“Mentre camminavo assieme a mio fratello, mio padre ed un amico sono stato aggredito alle spalle”, racconta Jake, 27 anni ed il naso tumefatto. Sono stati due inglesi, erano seduti al bar. Lo hanno visto e raggiunto, aggredendolo con una bottiglia di vetro. Finita in frantumi. A suo fratello è andata peggio, il personale del 118 gli ha ricucito il sopracciglio. In terra c’è ancora il suo sangue. Mente gli aggressori si sono dissolti nei vicoli stretti del centro storico. “Sono andati allo stadio, li ho visti in faccia, se li incontro mi faccio giustizia da solo”, prosegue Jake.

Il proprietario del locale dal quale è partita la “spedizione punitiva” ripercorre quegli attimi concitati. “Ho due locali qui, è tutto il giorno che faccio avanti e indietro cercando di tenere a bada questa gente, ma è un equilibrio delicato, alcuni di loro sono capaci di bere anche due birre contemporaneamente. Ad un certo punto due persone si sono alzate e si sono scagliate dall’altro lato della strada. È stato tutto velocissimo”.

Secondo la polizia, intervenuta sul posto, all’origine dell’aggressione ci sarebbero dinamiche interne alla curva. Probabilmente la rivalità tra firm, contrasti che potrebbero esser anche banali, legati ad esempio al posizionamento dei propri stendardi nel settore. Sul luogo dell’aggressione è sopraggiunta anche una pattuglia della “Metropolitan Police” del Regno Unito che collabora con le nostre forze dell’ordine per monitorare i supporter più facinorosi.

La versione di Jake, anche lui stordito dai fiumi di alcol che gli scorrono nelle vene, è diversa. Non è una faida interna, ma un episodio di razzismo.

“Quei due non sono supporter del Chelsea, sono del Nottingham Forest e ci hanno aggredito perché assieme a noi c’era un ragazzo di colore”. Comunque sia andata, il tifo inglese scrive l’ennesima pagina nera della Capitale. E la partita non è ancora finita.

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