Rosarno, dopo 33 anni giustizia per un bambino morto nel 1984

Il clamoroso caso in Calabria. Intanto è morto il padre del piccolo che non ha mai visto la sentenza definitiva per la morte del figlio investito da un taxi

Rosarno, dopo 33 anni giustizia per un bambino morto nel 1984

Un altro caso di giustizia lumaca. Con un risvolto amaro nella sua tragicità. Perché in questa vicenda ad attendere giustizia erano i genitori di un bambino morto a tre anni nel 1984, 33 anni fa. Angelo Cirimele, il 4 maggio 1984, mentre giocava sul ciglio della strada a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, venne travolto e ucciso da un taxi che viaggiava ad alta velocità. Solo oggi, però, come dicevamo, quel bambino avrà giustizia e il suo decesso verrà risarcito. Ammesso che il dolore per la perdita di un figlio di tre anni possa essere mai risarcito quantificandolo in denaro.

A darne notizia è "La Gazzetta del Sud". Due giorni fa la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha emesso la sentenza definitiva, ritenendo il tassista responsabile al 50 per cento. Saranno risarciti con 150mila euro la madre del piccolo Angelo, Nicolina Gentile e poi i parenti: Luigi, Salvatore, Donatella e Giuseppe Cirimele rispettando quelle che sono "le quote ereditarie, oltre interessi legali dalla data della presente pronuncia all’effettivo soddisfo" come si legge ancora sul quotidiano locale. Intanto, nell'attesa che venisse fatta giustizia, è morto anche il padre del piccolo. L'odissea giudiziaria ebbe inizio, dopo l'incidente, dinnanzi al Tribunale di Palmi con il conducente della Fiat 125, il taxi, e la compagnia assicurativa in liquidazione Colombo Assicurazioni Spa.

Ci sono voluti ben undici anni solo per la sentenza di primo grado. Nel 1996 il Tribunale decise per il risarcimento del danno di 80 milioni di lire. Sentenza annullata dalla corte d'appello di Reggio Calabria, era il 1997, per mancata integrazione del contraddittorio nei confronti della Colombo Assicurazioni a seguito della liquidazione. Il processo si è dovuto, quindi rifare. Intanto sono trascorsi altri anni e dal 2002, come si legge sempre sulla Gazzetta del Sud, per avere la sentenza bis di primo grado bisognava attendere altri cinque anni. Dal 2007 si è arrivati al 2015 dopo diverse udienze.

Il giorno prima della sentenza definitiva, però, la cancelleria del tribunale inviò un avviso comunicando alle parti che il procedimento veniva rinviato d’ufficio all’11 febbraio 2016 per arrivare, infine, al verdetto di due giorni fa.

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