Rudy Guede può tornare in libertà? Chiesto lo sconto di pena

La difesa di Rudy Guede, unico condannato per l'omicidio di Meredith Kercer, ha chiesto uno sconto di pena. Se l'istanza fosse accettata, l'ivoriano potrebbe tornare subito in libertà

Rudy Guede può tornare in libertà? Chiesto lo sconto di pena

Rudy Guede, unico condannato per omicidio in concorso con ignoti di Meredith Kercer, può tornare subito in libertà. Il legale dell'ivoriano, Fabrizio Ballarini, ha chiesto uno sconto di pena per il suo assistito. Se l'istanza dovesse essere accettata, il 34enne potrà lasciare la Casa Circondariale Mammagialla di Viterbo - dove è attualmente recluso in regime di semilibertà - in anticipo di 45 giorni rispetto al termine naturale fissato per il 4 gennaio 2022.

Lo sconto di pena

L'ultima parola spetta al magistrato di sorveglianza: sarà lui a esprimersi sulla richiesta avanzata dalla difesa una volta acquisito tutto il materiale relativo al percorso di Guede in questi anni di detenzione. Come confermato a LaPresse dall'avvocato Fabrizio Ballarini, si tratta di una procedura ordinaria, prevista cioè dall'ordinamento penitenziario italiano, che consente ai detenuti di richiedere uno sconto di 45 giorni per motivi di "buona condotta" ogni sei mesi. Se l'istanza fosse accettata, Guede tornerebbe subito in libertà, dal momento che i 45 giorni decorerebbero a partire dal 20 novembre, il giorno in cui è stata formulata di fatto la richiesta. Attualmente il 34 è affidato ai servizi sociali e ha già ottenuto mille e 100 giorni di sconto di pena sui 16 anni di reclusione che gli sono stati inflitti con il rito abbreviato.

La condanna

Rudy Guede fu arrestato dalla polizia a Magonza, in Germania, dopo che gli investigatori individuarono l'impronta della sua mano insanguinata sul cuscino accanto al cadavere di Meredith Kercer e altre tracce all'interno appartamento di via della Pergola, a Perugia, teatro dell'aggressione mortale. A inasprire la posizione dell'ivoriano, al tempo 21enne, fu la presenza del cromosoma y rintracciato sul tampone vaginale eseguito sul cadavere della giovane studentessa inglese. L'indagato scelse la formula del rito abbreviato che prevede la riduzione di un terzo della pena.

La condanna definitiva a 16 anni di reclusione per omicidio in concorso con ignoti giunse nel dicembre del 2010. Successivamente i suoi legali tentarono la revisione del processo, istanza che fu però respinta. Gli altri due coimputati nel delitto, Amanda Knox e Raffaele Sollecito, furono assolti dalla Corte di Cassazione nel 2015.

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