"Mi hanno dipinto come la persona più brutale del mondo. Non mi conoscevano, non mi parlavano". Il pensiero di Amanda Knox torna alla macabra notte di 14 anni fa, quella in cui a Perugia si consumò l'omicidio di Meredith Kercher. E a tutto ciò che ne è seguito: accuse, sospetti, processi e anni di carcere. La ragazza dagli occhi di ghiaccio, che fu condannata per quel delitto ma poi definitivamente assolta, ora fissa per la prima volta la telecamera di un'emittente italiana. In un'esclusiva intervista rilasciata Le Iene, e in onda questa sera – 5 novembre – in prime time su Italia1, l'ex studentessa di Seattle ha ripercorso l'intera vicenda e il suo epilogo giudiziario. Sull'argomento, Amanda è tornata a puntare il dito contro Rudy Guede, l'ivoriano condannato a 16 anni per la morte di Meredith. "Penso ci siano tutte le prove e tutti gli elementi per capire cosa sia successo quella notte e tutte portano a Guede. Non ci sono prove che ci collegano a quell'omicidio. È il motivo per cui tutt'ora c'è la sensazione che tutta questa storia non sia chiusa del tutto". L'ivoriano – ha aggiunto Amanda – "era un uomo armato contro una donna senza arma, non deve essere per forza più complicato di così".
Ormai lontana dall’Italia (ora infatti è sposata, ha una figlia e vive vicino a Seattle), Amanda ha parlato anche del nostro Paese, lamentando di aver ricevuto un negativo trattamento mediatico. "In quattro anni di carcere ho visto i media italiani dipingermi come la più brutta persona, non mi conoscevano, non mi parlavano. Hanno inventato la persona più brutale del mondo. L'immagine di me era di una bugiarda, razzista, ossessionata dal sesso, che voleva male alla gente. Tutto quello che di più brutto si può dire di una donna l'hanno riferito a me", ha dichiarato la donna a Le Iene, sostenendo di essere stata dipinta assieme a Raffaele Sollecito (l'allora fidanzato, anch’egli condannato e poi assolto) "così da convincere le persone della nostra colpevolezza".
Intervistata dalla Iena Gaston Zama, la Knox ha aggiunto poi ulteriori considerazioni sul suo rapporto con l'Italia, Paese sul quale peraltro in tempi non sospetti aveva ironizzato in modo macabro, suscitando polemiche. "Io non porto rancore nei confronti dell'Italia e so che gli italiani che continuano a odiarmi, odiano un'idea di me che non esiste. E non è colpa loro. Sono stati messi davanti a una storia falsata, sono stati ingannati, quindi non è colpa loro. In ogni caso sono felice di poter offrire il mio punto di vista per aiutare un italiano", ha osservato la donna, aggiungendo di essere (stata) vittima di un pregiudizio.
Il programma di Italia1 ha anche interpellato l'altro protagonista della vicenda di Perugia, il già citato Raffaele Sollecito, le cui dichiarazioni hanno ricalcato quelle dell'ex fidanzata. "Dopo il male che mi è stato fatto, dopo gli errori che in questo caso sono stati fatti, l'ingiustizia rimane. L'assoluzione passa in secondo piano, non se ne parla più tanto e mi trattano come una persona che l'ha fatta franca", ha sostenuto l’uomo, riferendosi esplicitamente "sia ai media che ai magistrati che sono stati parte dell’accusa".
Intanto, sulla vicenda è tornato anche a farsi sentire il
magistrato Giuliano Mignini, che coordinò le indagini. "Sul piano giuridico rimane una ferita aperta perché resto convinto che non è stata fatta completamente giustizia", ha asserito l’ex pm.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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