Nella casa di appuntamenti i poliziotti hanno trovato diverse donne dell’Est Europa, che si prostituivano per conto di un uomo di 45 anni, il quale aveva organizzato un sistema altamente tecnologico per garantire la privacy ai numerosi clienti. L’alcova è stata scoperta dalle forze dell’ordine in pieno centro, a Salerno, un appartamento dove l’identificazione avveniva tramite citofono. Il passaggio successivo era un personale codice di accesso che permetteva ai frequentatori della casa a luci rosse di arrivare direttamente nella stanza dove ad attenderli c’era una delle ragazze.
In questo modo i clienti non avevano contatti con altre persone e potevano mantenere l’anonimato. La casa di appuntamenti è stata scoperta dai poliziotti della sezione contrasto alla criminalità straniera nell'ambito di una attività mirata contro la prostituzione. Dopo diversi servizi di appostamento, seguendo anche i movimenti dei clienti, hanno individuato l'edificio e trovato la casa. Era protetta da sofisticati sistemi di sicurezza, come il videocitofono e il tastierino con codice di accesso per limitare le interazioni. Precauzioni adottate per allargare il giro di clientela e comprendere anche chi viveva nelle vicinanze e che, uscendo o entrando, avrebbe potuto incontrare dei conoscenti, trovandosi in una situazione imbarazzante.
La polizia dopo l’irruzione, durante la quale è stata sequestrata una modesta somma di denaro e sono state acquisite altre prove, ha chiuso e sequestrato l'appartamento. Il responsabile, un uomo di 45 anni di Salerno, invece, è stato denunciato per sfruttamento della prostituzione. Sulle case di tolleranza si discute da tempo. Dopo l’abolizione nel 1958 con la legge Merlin, recentemente la Lega aveva proposto la riapertura delle case a luci rosse. L’idea del partito di Matteo Salvini era quella di considerare le prostitute come lavoratrici autonome. Questa condizione le avrebbe obbligate a iscriversi ad un albo, a lasciare una ricevuta e a presentare la dichiarazione dei redditi, oltre che a sottoporsi, periodicamente, a visite mediche e analisi.
Per i leghisti affittare o cedere un appartamento a una prostituta perché eserciti la professione non doveva essere considerato favoreggiamento della prostituzione.
Il progetto prevedeva anche la riforma del codice penale, inasprendo le pene. Gli sfruttatori che favoreggiano la prostituzione minorile avrebbero rischiato dai 10 anni di reclusione all’ergastolo. La proposta della Lega, però, non ha avuto seguito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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