Il caso Alitalia agita e non poco il governo. Dopo il no al referendum interno alla compagnia, il futuro del vettore è nero. L'esecutivo in questo momento sta valutando un piano e una strategia per salvare Alitalia. Per il momento, come ha sottolineato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, è esclusa l'ipotesi di una nazionalizzazione della compagnia. Intervenuto ai microfoni di SkyTg24, Poletti ha affermato: "Se qualcuno pensa alla nazionalizzazione di Alitalia è esclusa. Quello che potevano e dovevamo fare fino ad ora abbiamocercato di farlo per produrre un accordo. La situazione si è conclusa conuna votazione dei lavoratori. Ora dobbiamo aspettare Alitalia è una societàprivata. Alitalia è un’azienda privata: ora dobbiamo aspettare la decisionedegli azionisti, poi siamo pronti ad applicare la legge. Il tema degliammortizatori c’è. Lo Stato c’è per la tutela del lavoratori".
Sul tema è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda che ha aperto le porte per un prestito ponte: "L’Unione europea può dare l’ok ad un aiuto pubblico per Alitalia per un periodo di tempo limitato, per un orizzonte di sei mesi, a condizioni molto precise che vanno negoziate e che negozieremo sotto forma di prestito. Si tratterà - ha spiegato - solo di un ponte finanziario transitorio e non di una nazionalizzazione nè di 5 anni di amministrazione straordnaria o di miliardi di euro di perdite".
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