Salvataggio Alitalia, Calenda: "Prestito ponte da Bruxelles"

Il ministro dello Sviluppo Economico: "Vendita o liquidazione tra 6 mesi". Intanto scatta il commissariamento

Salvataggio Alitalia, Calenda: "Prestito ponte da Bruxelles"

Il caso Alitalia agita e non poco il governo. Dopo il no al referendum interno alla compagnia, il futuro del vettore è nero. L'esecutivo in questo momento sta valutando un piano e una strategia per salvare Alitalia. Per il momento, come ha sottolineato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, è esclusa l'ipotesi di una nazionalizzazione della compagnia. Intervenuto ai microfoni di SkyTg24, Poletti ha affermato: "Se qualcuno pensa alla nazionalizzazione di Alitalia è esclusa. Quello che potevano e dovevamo fare fino ad ora abbiamocercato di farlo per produrre un accordo. La situazione si è conclusa conuna votazione dei lavoratori. Ora dobbiamo aspettare Alitalia è una societàprivata. Alitalia è un’azienda privata: ora dobbiamo aspettare la decisionedegli azionisti, poi siamo pronti ad applicare la legge. Il tema degliammortizatori c’è. Lo Stato c’è per la tutela del lavoratori".

Sul tema è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda che ha aperto le porte per un prestito ponte: "L’Unione europea può dare l’ok ad un aiuto pubblico per Alitalia per un periodo di tempo limitato, per un orizzonte di sei mesi, a condizioni molto precise che vanno negoziate e che negozieremo sotto forma di prestito. Si tratterà - ha spiegato - solo di un ponte finanziario transitorio e non di una nazionalizzazione nè di 5 anni di amministrazione straordnaria o di miliardi di euro di perdite".

Infine Calenda ha aggiunto: "La cosa più plausibile viste le dichiarazioni del Cda oggi - ha spiegato - è che si vada verso un breve periodo di amministrazione straordinaria che si potrà concludere nel giro di sei mesi o con una vendita parziale o totale degli asset di Alitalia oppure con la liquidazione. Se ci saranno aziende interessate a rilevarla è tutto da vedere - ha concluso Calenda - è prematuro a dirsi".

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