Di Saman Abbas, 18enne pakistana, non si hanno più notizie da oltre un mese. Ci sarebbe adesso un altro video, dopo quello in cui si vedono lo zio e due cugini della ragazza dirigersi in campagna con pale e piede di porco. Secondo quanto riportato dal Corriere, al centro del nuovo filmato acquisito dai carabinieri del Reparto operativo diretto da Stefano Bove, ci sarebbe lo zaino di Saman. Lo stesso zainetto che la giovane aveva con sé quando, accompagnata dai genitori, aveva raggiunto lo zio 33enne, Danish Hasnain, accusato dal fratello 16enne di aver ucciso la sorella. L’uomo, nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, avrebbe atteso la ragazza alla fine del viottolo di campagna che costeggia delle serre. Secondo quanto raccontato da SkyTg24, che ne ha dato l’anteprima, Saman quella sera era uscita dall’abitazione con madre e padre, indossava un vestito islamico e aveva sulle spalle lo zaino. Dopo circa una decina di minuti i genitori hanno fatto ritorno ma la 18enne non era con loro. Dopo un po’ il padre, Shabbar, è uscito ancora una volta di casa, da solo. Quando ritorna ha lo zainetto di Saman in mano. Gli investigatori pensano che in quel momento la figlia fosse già stata uccisa. Proviamo a ripercorre le tappe e gli indizi in mano agli inquirenti.
La scomparsa di Saman punto per punto
Il 26 maggio, in cronaca si inizia a vedere il volto di Saman Abbas, 18enne pakistana, scomparsa a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Di lei si sa inizialmente poco ma, con il passare delle ore, si viene a conoscere la sua storia: si è opposta al matrimonio combinato dalla sua famiglia con un cugino, perché innamorata di un fidanzato segreto. Il rifiuto della ragazza ha fatto imbestialire i suoi familiari che già avevano programmato tutto per le nozze, fissate per il 22 dicembre in Pakistan, con partenza il 17. Alla fine di ottobre la ragazza era andata dai Servizi sociali di Novellara per chiedere di essere aiutata. Da lì il suo trasferimento in un centro protetto nel Bolognese.
Subito dopo la sua scomparsa nel nulla partono le ricerche della 18enne nell’azienda agricola dove lavorano alcuni suoi familiari e il padre 46enne, Shabbar. I carabinieri diretti da Stefano Bove, comandante del Reparto operativo di Reggio, scoprono che Saman ha lasciato il centro protetto l’11 aprile per fare ritorno a casa. Si scoprirà in seguito che l’obiettivo della giovane era riprendere i documenti, tra i quali la carta d’identità, per poter andare all’estero con il suo ragazzo 21enne e iniziare una vita normale, da ragazza della sua età, come per esempio prendere la patente e iscriversi al liceo. Non era la prima volta che si allontanava dal centro, ma era sempre ritornata. Forse era già stata in Belgio con il 21enne conosciuto in chat e ascoltato dai militari e dalla pm Laura Galli.
I due video
In mano agli inquirenti arrivano due video registrati dalle telecamere di sicurezza. Nel primo, risalente al 29 aprile, si vedono tre uomini uscire dall’abitazione degli Abbas verso le 19 e dirigersi in campagna con pale e piede di porco. Dopo circa due ore e mezza le stesse figure fanno ritorno. Possibile che in quel tempo abbiano scavato una buca in cui gettare il corpo di Saman, una volta uccisa. La notte seguente, tra il 30 aprile e il 1° maggio ecco nel secondo video la 18enne uscire di casa con i genitori e incamminarsi in un viottolo di campagna, in fondo al quale la aspettava probabilmente lo zio. Da quella notte della ragazza non si hanno più notizie, sembra scomparsa nel nulla. Shabbar e la moglie 47enne, Nazia Shaheen, il 1° maggio prendono un aereo per tornare in Pakistan, ma il nome della figlia non compare tra i passeggeri del volo. Anche i due cugini spariscono nel nulla.
A Novellara rimangono solo lo zio e il fratello minore di Saman. Saranno proprio loro a dire ai carabinieri che sono tutti partiti per tornare in Patria, avvisati della grave malattia di una sorella di Shabbar. Un modo forse per depistare le indagini e prendere tempo. Da quel momento scompaiono tutti i familiari e partono le ricerche anche oltre confine. E proprio in Francia, a Nimes, viene fermato dalla gendarmerie uno dei cugini di Saman, il 28enne Ikra Ijaz. Il fuggiasco stava cercando di raggiungere la Spagna, dove si trovano altri familiari, a bordo di un Flexibus. Nei giorni scorsi le autorità francesi hanno concesso l’estradizione dell’arrestato. Il 28enne ha fatto sapere tramite il suo avvocato d’ufficio francese di voler tornare in Italia ed essere giudicato nel nostro Paese, proclamandosi innocente. Anche lui però compare nel primo filmato con una pala in mano e dovrà spiegarne il motivo agli investigatori. Viene poi fermato anche il fratello 16enne di Saman, ed è lui ad accusare lo zio di aver ucciso la sorella. Ripeterà tutto in incidente probatorio, in data ancora da definire.
Il racconto del padre
Tramite WhatsApp, Il Resto del Carlino riesce a raggiungere Shabbar. L’uomo racconta al giornale che la figlia è viva e che si trova in Belgio da un conoscente. Racconta inoltre che la ragazza è preoccupata perché ha letto sul web articoli che la riguardano. Informa in ultimo dii aver consigliato Saman di fare ritorno in Italia per chiarire tutto e che anche lui tornerà il 10 giugno. Qualche dubbio dell’uomo alla domanda del cronista su come abbia fatto a contattare la figlia. Tramite Instagram e non con il cellulare.
Durante un servizio di Chi l’ha visto, viene mandata in onda una diretta che l’uomo ha messo sul suo profilo Facebook il 4 maggio: si tratta di un funerale senza il morto, ma con una bara vuota. Tra le foto del capo famiglia non compaiono mai né la moglie né la figlia, a detta dei datori di lavoro, sempre recluse in casa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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