La prima contraddizione è in questo stesso commento, che appunto si avvilisce nel commentare le burocratiche ovvietà del presidente di un singolarissimo sindacato unico (questa sì una cosa da Ventennio) il quale ha detto che la Presidente del consiglio «non è pericolosa», e noi a tirare un sospiro di sollievo perché temevano che invece fosse pericolosa (socialmente) e magari che ci fosse pericolo di fuga, che potesse inquinare le prove, che potesse sparare in giro e attentare alle vecchiette. Grazie dell'informazione, illustrissimo Giuseppe Santalucia dell'equivoca Associazione magistrati: Giorgia Meloni non è pericolosa (è una notizia, anzi, è «acqua sul fuoco») e presumiamo che Ella, domani, magari preciserà che il Capo dello Stato non è un golpista, che il primo presidente della Cassazione non è un guerrigliero di Hamas, che il Ragioniere generale dello Stato non è un pezzo di Camembert: e noi giù a scrivere, a chiedere commenti sui commenti, perché, in questo teatro dell'assurdo siamo ormai così lobotomizzati da scambiare il Sindacato Unico per un pomposo contropotere, la Magistratura per un potere nonché un soggetto politico, e il Csm per un parlamentino: al punto che Ella, illustrissimo presidente della Anm, parla agli effetti un politichese/burocratese/giuridichese che De Mita e Forlani in confronto erano il Gabibbo. Secondo un procuratore della Cassazione, Giorgia Meloni «si muove per visioni politiche» (chi l'avrebbe mai detto) e questo «rende anche molto più pericolosa la sua azione», ma «pericolosa» non significa «pericolosa», macché, «non c'è nessun pericolo», «l'affermazione si presta a equivoci», ed Ella ha ragione, noi, il volgo, pensavamo che «pericolosa» significasse «pericolosa», non che «non» fosse pericolosa. Quindi, se noi scriviamo che il procuratore della Cassazione che ha scritto «pericolosa» è un ignorante perché non sa scrivere in italiano e ha scritto «pericolosa» (ma intendeva che non è pericolosa) allora possiamo giocare anche noi, possiamo sostenere che «non c'è nessuna ignoranza» e che ignoranza non significa ignoranza, perché l'affermazione «si presta a equivoci»: e confidiamo che nessuno ci quereli, perché un magistrato che ti denuncia, in Italia, è l'unica cosa davvero pericolosa che vuol dire pericolosa, l'affermazione non si presta a equivoci.
Per il resto scuserà, Illustrissimo, se non commentiamo ogni parola della sua lunga intervista a Sky laddove un funzionario pagato dallo Stato per fare un lavoro (sarebbe Lei, inteso come magistrato che vuol dire magistrato) ha estrinsecato affermazioni tra le quali la più umile e terrena era che il
Governo dovrebbe tornare «a parlare con la magistratura nei termini di un doveroso rispetto nella comunicazione istituzionale del Paese». Gong (espressione onomatopeica derivante da una classe di strumenti musicali idiofoni).
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