Un albanese ha aggredito, preso a pugni e rapinato un uomo. Il giudice però ha ritenuto la rapina un "esercizio arbitrario delle proprie ragioni". Con questa assurda motivazione ha assolto l'aggressore
Sentenza choc dopo la rapina
La decisione del giudice è arrivare nel processo per direttissima. Tutto è partito il 18 luglio scorso. Un cittadino albanese ha aggredito e rapinato un uomo sul lungomare di Savona. Arrestato dalla polizia si è presentato in Tribunale per difendersi dalle accuse mosse contro la sua persona. Una difesa risulata vincente, grazie "all'aiuto" di un giudice, che non ha convalidato l'arresto.
Durante il processo è emerso che la rapina era successiva a diverse richieste di denaro da parte dello straniero. La vittima, un uomo di 57 anni, gli doveva mille euro per diverse prestazioni lavorative non ancora pagate. Dopo i molti reclami, l'albanese ha deciso di passare ai fatti: ha rintracciato il debitore in uno stabilimento balneare, lo ha aggredito e ha preteso dei soldi. Poi, come se niente fosse, l'aggressore si è allontanato, come riportato da Il Populista.
La polizia, intervenuta per una rapina, ha rintracciato lo straniero e lo ha arrestato in un bar della zona. Un debito, un'aggressiore e una vittima. Le sentenza doveva essere già scritta, le accuse era chiare.
Eppure per il giudice, quei fatti non incriminavo l'albanese per rapina, ma era il chairo atteggiamento di un cittadino nel legittimo esercizio arbitrario delle proprie ragioni. In parole povere? Niente arresto, il reato non lo prevede.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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