Sbarchi continui di migranti Italia e l'Ue applaude e finanzia le espulsioni dalla Bosnia

La sinistra italiana ostacola il mantenimento della sicurezza dei confini, mentre in Bosnia l'Europa applaude alle espulsioni forzate dei migranti irregolari

Sbarchi continui di migranti Italia e l'Ue applaude e finanzia le espulsioni dalla Bosnia

È un fine settembre da incubo quello delle coste del nostro Paese. Gli sbarchi si susseguono a ritmo incalzante e sono centinaia i migranti irregolari che quotidianamente arrivano in Italia via mare: per lo più uomini provenienti da Paesi che non prevedono nessuna forma di tutela internazionale. Una delle tre navi ong che da giorni stazionano nel Mediterraneo davanti alle nostre coste ha ottenuto lo sbarco a Taranto e nel frattempo due navi militari stanno completando le manovre di avvicinamento ai porti di Pozzallo e Messina con a bordo complessivamente 575 persone. Intanto, l'Unione europea ha applaudito alla strategia di espulsione della Bosnia dei migranti irregolari e anche un membro dell'Unhcr ha sollevato il velo di ipocrisia attorno ai migranti, sottolineando come ci siano pratiche di incoraggiamento all'immigrazione da condannare.

Proseguono gli sbarchi

È in arrivo a Pozzallo la nave P02 della guardia di finanza con 275 persone a bordo. Si tratta del pattugliatore armato Monte Cimone, una delle più grandi unità delle Fiamme gialle, che insieme alla nave Corsi della guardia costiera ha effettuato nella notte un intervento a 20 miglia direzione est dal Lido di Noto. Un motopesca in distress con quasi 600 persone a bordo è stato messo in sicurezza dai due pattugliatori, che hanno caricato a bordo i migranti. La nave Corsi della guardia costiera si sta dirigendo in queste ore verso Messina con le restanti 300 persone che trovavano a bordo del motopesca. Nel frattempo, è stato dato l'ok alla Sea Eye 4, che ha ricevuto il via libera per lo sbarco dei suoi 129 migranti a Taranto mentre le altre navi delle ong continuano a premere sui confini italiani con ulteriori 843 persone a bordo. E continua a esserci il caos Lampedusa, dove fino a ieri c'erano quasi 1300 migranti all'interno dell'hotspot ma oggi non sono state fornite informazioni. Ma anche la Calabria è in continuo stress, una situazione che non può essere sostenuta a lungo.

Espelle i migranti irregolari: Ue applaude alla Bosnia e la finanzia

Mentre in Italia la sinistra continua a fare pressioni ideologiche sull'accoglienza indiscriminata dei migranti, muovendo casuali accuse di razzismo, la Bosnia ha ricevuto i complimenti dall'Unione europea per come gestisce il flusso di migranti. I processi avviati dalla Bosnia Erzegovina sull'espulsione forzata dei migranti clandestini nei loro Paesi di origine, come sottolinea la radiotelevisione "Bhrt" sono stati oggetto di discussione a Bruxelles tra i rappresentanti del ministero della sicurezza della Bosnia Erzegovina e la direzione generale della politica di vicinato e dei negoziati di allargamento della Commissione europea. In quell'occasione è stato sottolineato che il ritorno delle persone che non soddisfano le condizioni per la protezione internazionale nei loro Paesi di origine "rimane una priorità per la Bosnia Erzegovina, così come per l'Unione europea". Il ministero della Sicurezza della Bosnia Erzegovina ha affermato di aspettarsi inoltre che presto saranno operative le risorse finanziarie dell'Ue "affinché possano essere rimpatriati gruppi più numerosi di migranti clandestini". L'Italia, dove la maggior parte dei migranti non hanno alcun diritto di protezione internazionale, invece tace e mantiene al minimo le espulsioni, lasciando i migranti irregolari liberi di spostarsi.

Anche l'inviato Unhcr alza la voce: "Punire le madri"

Vincent Cochetel, inviato per il Mediterraneo centrale e occidentale dell'Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr), qualche giorno fa su Twitter ha pubblicato un post che ha destato molta polemica, che se fosse stato pubblicato da un esponente politico avrebbe generato una bufera. Le sue parole sono state molto chiare: "Mi dispiace per le perdite umane, ma le stesse madri non si pongono problemi quando si tratta di incoraggiare i propri figli, dando loro soldi, a intraprendere questi viaggi così pericolosi. Incriminare le famiglie che mettono a rischio la vita dei propri bambini, come si fa in Senegal, potrebbe spingere a modificare questo modo di fare". Un ragionamento che si pone come obiettivo quello di ridurre le morti in mare.

La riflessione di Cochetel, che è stato invitato a presentare le sue dimissioni, nasce in risposta a Maurice Stierl, uno studioso di migrazioni, che aveva postato l'immagine di una manifestazione a Zarzis, in Tunisia, di madri di persone scomparse nel Mediterraneo durante il viaggio verso l'Europa.

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