Per un incredibile errore una donna è rimasta incinta ma i due gemelli che aspetta sono di un'altra donna. Il caso clamoroso, come riporta La Stampa, si è verificato all'ospedale Sandro Pertini di Roma, dopo un trattamento di fecondazione assistita. La Regione Lazio da alcune settimane ha disposto la chiusura dell’Unità medica per la sterilità del Pertini ed ha dato incarico a una commissione di esperti di fare chiarezza su quanto è accaduto. Ma vediamo meglio come sono andate le cose: lo "scambio di embrioni" è avvenuto il 4 dicembre scorso, quando quattro coppie si sono sottoposte al trattamento di fecondazione assistita. Nonostante i numerosi test svolti prima della procedura qualcosa è andato storto e gli embrioni da impiantare sono stati scambiati. Il risultato è che ora una delle quattro donne è incinta, al quarto mese, di due gemelli che hanno il profilo genetico di un’altra coppia. L'ha scoperto solo al terzo mese.
Il caso è finito all’attenzione del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che d’accordo con il direttore generale del Pertini (che non era ancora in carica al momento dei fatti) ha formato una commissione d’inchiesta, guidata dal rettore dell’Università di Tor Vergata, il genetista Giuseppe Novelli. Delle quattro coppie sottoposte a trattamento il 4 dicembre scorso, altre due sono a rischio: lo scambio di embrioni, infatti, potrebbe aver interessato anche loro. Per la quarta coppia, invece, il tentativo di fecondazione ha avuto esito negativo. Domani si riunirà la commissione per iniziare a fare luce sul caso. Sulla vicenda è possibile che vi siano risvolti legali e giudiziari.
Interpellata su quanto accaduto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a margine dell'assemblea costituente del suo partito, il Nuovo centrodestra, ha detto: "Abbiamo appreso della vicenda dai giornali. Ci sarà una ispezione del ministero per verificare le procedure". E in una nota del ministero si legge: "Le normative nazionali che attuano le direttive europee nel settore cellule e tessuti specifiche per la fecondazione assistita sono molto rigorose: le procedure indicate nelle norme, se applicate correttamente, garantiscono la tracciabilità di tutto il materiale biologico nel percorso di fecondazione assistita".
Intanto la Asl, attraverso il direttore generale dell’Asl Roma B, Vitaliano De Salazar, prova a gettare acqua sul fuoco: "Ferma restando la necessità di dare con immediatezza a tutte le coppie trattate nella seduta ogni possibile supporto e assistenza, la direzione generale ritiene di rivolgere a tutte le altre coppie che si sono già servite del Centro di
procreazione assistita un messaggio di serenità precisando che, qualora fosse confermato quanto segnalato, si tratterebbe di un evento isolato e accidentale che non deve generare preoccupazioni o dubbi nelle famiglie".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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