La decisione può sbloccare l'impasse: il Tribunale federale della Svizzera ha concesso al Vaticano di accedere ai documenti bancari di Enrico Crasso. Questo, almeno, è quello che si apprende in queste ore. Papa Francesco sta combattendo una battaglia per la trasparenza interna. Bergoglio, quando è emersa questa storia legata alla gestione dei fondi della segreteria di Stato, è apparso fiero: il gesuita ha detto che la "pentola" è stata "scoperchiata" dall'interno. Niente ausilio giornalistico o inchiestistico da parte di fattori esogeni, quindi grande soddisfazione a Santa Marta e tra i sacri palazzi. Ma la sensazione è che in Santa Sede si continui ad indagare. E questo delle carte bancarie svizzere è un altro tassello procedurale che può essere aggiunto al puzzle.
La ratio sembra quella di andare a fondo sulle transazioni finanziarie al centro di uno scandalo che resta presunto. Stando a quanto ripercorso dall'Huffington Post, l'ok è arrivato dopo un primo rifiuto da parte della "fiduciaria", ossia Az Swiss and Partners. La vicenda che per semplificazioni è stata definita come quella del "palazzo di Londra" è davvero complessa. Si tratta in realtà di una lente d'ingrandimento dei cosidetti "pm di Bergoglio" che riguarda alcuni fondi gestiti dalla segreteria di Stato. Il primo pontefice sudamericano della storia, qualche giorno fa, ha optato per un'altra mossa: quella facoltà gestionale - quella che era propria del "ministero degli Esteri" è stata trasferita all'Aspa, ossia all'Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica. A vigilare ci penserà invece la segreteria per l'Economia, il dicastero di cui era vertice il cardinale australiano George Pell. Il Papa non si fida più dell'andazzo e sta ripescando il disegno che aveva in testa per la trasparenza il porporato australiano? Una delle letture in campo. Più in generale: tira aria di riforma complessiva dalle parti delle mura leonine. E forse è anche per questo che il C9, il consiglio ristretto dei cardinali, sta impiegando tanto tempo per la presentazione della nuova Costituzione apostolica, che modificherà gli equilibri interni.
Come sottolineato dalla fonte sopracitata, ora tutti i documenti richiesti entreranno nella disposizione della Santa Sede. Non sembrerebbe essere stato semplice ottenerli. E questo perché Az Swiss and Partners pareva intenzionata all'inoltro di alcune carte, non di tutte. Poi è arrivata la pronuncia del Tribunale federale svizzero. Il Vaticano aveva specificato i suoi perché attraverso la rogatoria, che è stata ripresa nella sentenza: "Appare inspiegabile il fatto che, a fronte di liquidità disponibili presso la banca M. per oltre 450 milioni di euro e concesse in pegno alla banca, la Segreteria di Stato abbia fatto ricorso ad un finanziamento...". E ancora: "Dopo aver fornito i dettagli delle tre fasi sopraelencate,,, ’autorità rogante - si legge nella sentenza - afferma che “allo stato delle indagini i danni arrecati al patrimonio della Segreteria di Stato per effetto delle condotte distrattive sopra descritte, risultano di importo ingente (attualmente quantificabili in non meno di 300 milioni di euro)...". Sarà finalmente fatta luce sulle vicissutidini che hanno accompagnato in questi mesi le cronache vaticane?
Mentre in Vaticano ci si prepara alle celebrazioni natalizie, insomma, qualcosa si muove. E la direzione, ancora una volta, è quella impressa dall'ex arcivescovo di Buenos Aires, che vuole normalizzare la situazione della gestione dei conti interni, sulla scia della linea perseguita dal suo predecessore. Il Papa aveva avuto modo di porre degli accenti sul tema "corruzione", senza fare riferimento a vicende specifiche, quando è stato intervistato dall'Adnkronos: "Ecco - aveva dichiarato il Santo Padre in quella circostanza - , io non ho fatto altro che raccogliere il testimone di Papa Benedetto, ho continuato la sua opera". Dove "sua" è riferita all'azione di Benedetto XVI, che dopo la rinuncia al soglio di Pietro ha lasciato in eredità al suo successore anche una scatola che presumibilmente contiene le risultanze della battaglia per la trasparenza di ratzingeriana memoria e non solo.
L'ottenimento delle carte di Lugano può essere così accostato ad un
atteggiamento generale e rinnovato da parte della Santa Sede. Una fase che i retroscenisti non fanno fatica a definire "delicata". Se non altro perché in Vaticano più di un tassello sembra muoversi verso l'agognata riforma interna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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