Il caso Thyssen è destinato a far parlare ancora di sé: uno dei due manager teutonici cui era stata inflitta una pena per via di una condanna - anche se, a quanto risulta, non è mai stato in carcere - ha optato per un ricorso che ora può allungare ancora i tempi che sono necessari per la risoluzione definitiva della vicenda.
Il risultato immediato dell'atto è che quello che era stato deciso dai giudici sino a questo momento, in virtù della novità dettata dal ricorso, non può che ritenersi sospeso. Dunque le tempistiche sul caso verranno influenzate. Ma chi è che ha deciso per il ricorso alla Corte federale della Germania? Stando a quanto si apprende da TgCom24, sembrerebbe che il manager - quello che ha deciso per questa mossa - sia Harald Espenhahn. L'altro, Gerald Priegnitz, avrebbe preferito una strategia diversa. La condanna è del 13 maggio del 2016, mentre il dibattimento era iniziato in Corte d'Assise del 2009. Ma i tempi della giustizia - come premesso - dipendono pure dai ricorsi.
La reazione dei familiari non è tardata ad arrivare: "E' un'offesa ai nostri figli e per l'Italia.Vogliamo che il governo e il sindaco di Torino ci accompagnino in Germania. E' una barzelletta: ogni volta dicono che è l'ultimo ricorso e invece...", ha reagito a stretto giro la madre di una delle persone decedute. La sensazione è che questo sentimento possa essere condiviso da più di una persona. Proprio nel corso di questa settimana, secondo quanto ripercorso dall'Adnkronos, il premier Giuseppe Conte aveva deciso d'inoltrare personalmente alla Cancelliera tedesca Angela Merkel una missiva: quella dei familiari delle vittime, che probabilmente hanno esposto argomentazioni contrariate rispetto al regime di semilibertà che era stato disposto dal tribunale. All'epoca, non era ancora arrivata la notizia del ricorso di Espenhahn.
Un dettaglio rilevante riguarda il perché del ricorso: sembrerebbe che il manager abbia eccepito la "violazione del principio del giusto processo e del
diritto al contraddittorio". E questo perché, durante il processo, alcuni testi italiani non sarebbero stati tradotti in tedesco. Adesso, su questa mossa, dunque sul caso Thyssen, deciderà la Corte federale tedesca.
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