''Se un ragazzo non o un insegnante ha avuto fuori scuola un contatto a rischio non per questo isoliamo poi l’intera classe''. A dirlo è il professor Silvio Brussaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), che nel corso di un'intervista al quotidiano La Stampa ha lasciato intendere una inversione di rotta per il tracciamento dei contagi Covid tra studenti e personale scolastico. ''C’è una riflessione in atto - ha continuato - che nei prossimi giorni porterà a precisazioni alla luce di quanto riscontrato dopo un mese di ripresa delle lezioni''.
Novità a scuola
Cambia (di nuovo) tutto. Sebbene il numero uno dell'Iss abbia preferito non sbilanciarsi in merito alla spinosissima questione, pare evidente che a breve saranno introdotte delle novità riguardanti il tracking delle catene di trasmissione virale in ambito scolastico. L'ipotesi che si era profilata fino a ieri, ovvero, quella concernente l'eventuale introduzione del tampone antigenico obbligatorio (per ora, è solo su base volontaria) negli istituti sembrerebbe già scongiurata: ''Posso dire che i contatti dei contatti non vanno isolati né debbono fare un test molecolare. - ha spiegato Brussaferro - Per capirci, se un ragazzo o un insegnante ha avuto fuori scuola un contatto a rischio non per questo isoliamo poi l’intera classe. E questo vale anche fuori della scuola''. Un passo indietro inatteso? Vedremo. Fino ad oggi, in caso di positività accertata, la procedura prevede l'isolamento di 14 giorni per tutti i compagni di classe e gli insegnati che abbiano avuto contatti con lo studente contagiato nelle 48 ore precedenti alla conferma dell'infenzione. Ma la procedura, in base a quanto stabilito dalla circolare del Ministero della Salute del 29 maggio 2020, cambia se l’alunno positivo è asintomatico. In questo caso, per stabilire chi sono i contatti stretti da mettere in quarantena, la data di riferimento non è quella in cui sono apparsi i sintomi della malattia, bensì la data di esecuzione del tampone. La circolare infatti spiega che ''se il caso non presenta sintomi, si definisce contatto una persona che ha avuto contatti con il caso indice in un arco di tempo che va da 48 ore prima della raccolta del campione che ha portato alla conferma e fino a 14 giorni dopo''. Un modus operandi che finora ha rischiato di ingenerare un gran caos oltre a sollevare dubbi ed incertezze sull'efficacia delle modalità di screening.
Cambia anche la quarantena
Scende a dieci giorni la quarantena e per i positivi un solo tampone in uscita. È quanto deciso dalla riunione di domenica 11 ottobre del Cts, il Comitato tecnico scientifico, alla quale ha partecipato anche il ministro della Salute Roberto Speranza. Lo conferma, quest'oggi, anche il professor Brussaferro: ''Sulla base delle evidenze scientifiche più recenti un caso positivo sintomatico passati 3 giorni dal termine dei sintomi e comunque non prima dei 10 dall’inizio degli stessi se risulta negativo ad un test molecolare potrà rientrare in comunità - ha spiegato il presidente dell'Iss -. Per i positivi asintomatici e per chi ha avuto un contato stretto con un positivo la quarantena si riduce a 10 giorni, al termine dei quali si fa un tampone e se negativo si esce dall’isolamento''. In estrema sintesi, per i positivi asintomatici con diagnosi confermata da test molecolare l’isolamento consisterà in dieci giorni più tampone unico a fine quarantena. Per i positivi sintomatici, invece, la quarantena sarà di almeno dieci giorni di cui, gli ultimi tre, obbligatoriamente senza sintomi e tampone molecolare unico a fine isolamento per poter ''rientrare in comunità''. Diversa la procedura per i positivi asintomatici con riscontro di positività al test molecolare effettuato al decimo e 17esimo giorno, per i quali la quarantena si interromperà solo dopo il 21esimo giorno.
Stretta sugli ''assembramenti''
Ormai il dictat è chiaro e forte: né raduni fuori dalla scuola né in famiglia o nei luoghi destinati alla movida. In attesa di conferme ufficiali, sembra evidente che il nuovo Dpcm al varo dei ministri proprio in queste ore, preveda l'ennesima stretta sugli ormai noti ''assembramenti''. Le indicazioni dell'Iss a tal riguardo sono chiare e in equivocabili: ''Per ridurre i rischi - ha precisato Brusaferro - bisogna limitarei raduni troppo estesi in famiglia, feste di compleanno, cerimonie, matrimoni. Dobbiamo limitare le presenze come nei luoghi della movida e davanti alle scuole. Sapendo che rispettare le regole oggi significa evitare misure più restrittive domani”. Il rischio che sembrerebbe profilarsi all'orizzonte è quello di ''un aumento dei decessi nei prossimi 15 giorni''.
Pertanto, ha concluso il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità: ''La battaglia ora è impedire che il virus passi dai più giovani agli anziani, finendo per congestionare di nuovo i servizi sanitari''.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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