"Sei incapace di fare il tuo lavoro". Matteo Salvini non usa mezzi termini rivolgendosi al ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, in merito alla ripresa delle attività scolastiche. "Aspetto di capire a settembre a che ora devo portare a scuola mia figlia, a che ora la devo andare a riprendere, per quanti giorni potrà andare a scuola - lamenta il leader della Lega - Se costringono mia figlia ad andare a scuola chiusa nel plexiglass, a stare con le mascherine e sui banchi a rotelle, io a scuola non ce la mando. I bambini non sono pacchetti postali". Parole dure, sintomo delle difficoltà che genitori, studenti e insegnanti, posti di fronte a una situazione mai vissuta prima, si trovano a dover affrontare. E a pochi giorni dal suono della campanella, le incognite restano ancora tante. Al punto che molte scuole sono state costrette a far da sole.
La voce delle scuole
Mancano ormai meno di tre settimane alla data che dovrebbe segnare il ritorno a scuola degli studenti, dopo l'assenza causata dalla pandemia da nuovo coronavirus. Il 14 settembre (giorno per cui è prevista la riapertura) si avvicina e diverse scuole italiane, pubbliche e private, hanno dovuto pensare a protocolli adeguati per accogliere nuovamente gli alunni in classe, sulla base delle linee guida fornite dal ministro Lucia Azzolina, che "ha sempre avuto idee un po' confuse". Il rappresentante legale dell'Istituto Freud, Daniele Nappo, precisa che le indicazioni del governo "potevano arrivare prima, per dar modo alle scuole di organizzarsi". Si tratta, però, di parametri "chiari", nonostante "lascino uno spazio interpretativo, che non avrebbero dovuto dare, su alcuni aspetti vaghi, per i quali non è stata presa una posizione chiara". Ne è un esempio la regola che impone la sospensione della classe, qualora si dovesse verificare un caso positivo al Covid-19: "Non sappiamo se dobbiamo sospendere solo gli alunni o anche l'insegnante. Cosa facciamo? Su questo, c'è un po' di confusione". Si tratta di linee guida "pensate in un concetto ideale, forse da chi non ha mai messo piede in una scuola".
Per affrontare la ripartenza, l'Istituto Freud, scuola paritaria di Milano che comprende l'indirizzo tecnologico informatico, quello economico turistico e il liceo delle scienze umane economico sociale ha messo a punto nuovi regolamenti e protocolli ad hoc. "Abbiamo deciso un protocollo anti-Covid per ogni aspetto - ha spiegato Nappo al Giornale.it - Studenti, famiglie e docenti sono informati in modo chiaro. Per la riapertura ci siamo mossi su parametri governativi e, dopo averli letti e compresi, abbiamo chiarito l'aspetto autonomo lasciato alle scuole per riprogettare una ripartenza adeguata". La ripartenza prevede la riduzione di un terzo delle classi che, a turno, resterà a casa, seguendo la lezione grazie alla didattica a distanza, già utilizzata con successo durante il lockdown. "Per noi- sottolinea Nappo-la didattica multimediale è stata un'opportunità di ulteriore crescita", che ha permesso di scoprire ulteriormente le potenzialità di questo strumento, che consente anche una maggiore attenzione da parte degli studenti. All'Istituto Freud tutto è pronto per la ripartenza: "Siamo desiderosi di affrontare la riapertura".
La Fondazione Brandolese, impegnata nella difesa della libertà scolastica, ha raccolto le proposte di alcune scuole paritarie di Lecco e provincia, che hanno già fornito indicazioni chiare sulla ripresa delle attività, "mentre a Roma si discute ancora di quali dovranno essere le modalità di rientro tra i banchi per gli studenti italiani". Plinio Agostoni, Presidente della Fondazione, spiega che "l’Istituto San Vincenzo e le scuole della Cooperativa Sociale Nuova Scuola hanno già comunicato alle famiglie in che modo intendono organizzare l’anno scolastico 2020-2021". La Fondazione rende noto, tramite un comunicato stampa, che la scuola primaria Pietro Scola, la secondaria di primo grado Massimiliano Kolbe e il liceo scientifico, classico e di scienze applicate Giacomo Leopardi "garantiscono lezioni tutte in presenza". Non sarà così per l'Istituto San Vincenzo, Ipsa e Centro di Istruzione Professionale per addetti alle coltivazioni arboree, erbacee e ortofloricole, che ha "individuato un piano in presenza con integrazione della didattica a distanza per una settimana al mese e divisa per gruppi". È prevista l'integrazione della didattica a distanza anche al Campus Molinatto, dove viene garantita la gestione di eventuali situazioni di emergenza. Gli istituti si sono mostrati in grado di adeguare "gli spazi per garantire il distanziamento sociale rivedendo la distribuzione interna degli spazi e nuove modalità di accesso alle strutture. Oltre, ovviamente, che misure di pulizia e sanificazione così come definito dalle indicazioni del Miur". A questo proposito, è sorto un appello al ministro Azzolina: "Vorremmo che prendesse coscienza del valore educativo e non solo delle scuole paritarie, senza le quali la scuola italiana non saprebbe come assorbire i 900mila studenti che le hanno scelte. È giunto il momento di guardare in faccia alla realtà e di sostenere chi da sempre dimostra capacità, competenza e professionalità, generosa dedizione al proprio compito educativo, anche in situazioni di emergenza".
Lezioni "tutte in presenza" per gli studenti del Liceo classico statale Giulio Cesare di Roma, dove sono previsti due momenti di entrata e uscita, per evitare gli assembramenti al suono della campanella. Il dirigente scolastico dell'Istituto, Paola Senesi, ha spiegato al Giornale.it il piano elaborato per la ripartenza dell'attività didattica, a partire dal 14 settembre, quando verranno accolte le classi prime, integrate di giorno in giorno dalle classi successive, fino alla fine della settimana, quando tutti gli studenti inizieranno le lezioni. "Abbiamo preso termoscanner elettronici" per misurare la temperatura degli alunni, che dovranno indossare i dispositivi di protezione individuale. Per garantire il distanziamenento nelle aule e permettere la didattica in presenza, verranno usati anche "i laboratori, molto ampi, e un anfiteatro". L'organizzazione della scuola per una ripartenza post-emergenza "non è facile" e alcune delle indicazioni fornite dal governo sono state "non del tutto coerenti" ma, precisa il dirigente scolastico, "si tratta appunto di linee guida e noi abbiamo elaborato un piano già a luglio". Una difficoltà potrebbe riguardare il personale mancante e l'incompletezza degli organici: una situazione delicata, che andrà affrontata nel più breve tempo possibile.
Anche il Liceo scientifico statale A. Volta di Milano dovrà affrontare il rientro a scuola, a partire dal 14 settembre. Per farlo, come spiega al Giornale.it il dirigente scolastico Domenico Squillace, è stato studiato un modello basato su due tipi di turnazione (l'Istituto ospita circa 1.200 studenti e un centinaio tra docenti e personale di servizio): "A turno, 6 o 7 classi rimarranno a casa, un giorno a settimana, seguendo le lezioni a distanza, tramite il computer e la lavagna multimediale". Inoltre: da 1 a 4 studenti per ogni classe rimarranno a casa, a turno, un giorno ogni 20 circa. L'Istituto è alla ricerca di spazi esterni, per cercare di gestire al meglio le lezioni di educazione fisica, dato che in palestra la distanza minima da tenere diventa di 2 metri: a questo scopo, la scuola sta cercando un accordo col Comune di Milano e con una parrocchia della zona. In classe, invece, secondo le indicazioni del governo, la distanza deve essere di un metro, ma "per sicurezza, noi abbiamo calcolato un metro e 20 centimetri": alcune aule riescono ad ospitare tutti gli alunni della classe in sicurezza, mentre per altre bisognerà ricorrere alla turnazione "interna". Nonostante le numerose polemiche che hanno travolto il ministro Azzolina, il dirigente Squillace sostiene che "le linee guida sono state chiare", anche se su alcuni punti viene data molta autonomia ad ogni istituto, una misura "in un certo senso inevitabile, perché le situazioni sono molto diverse". Ma, conclude, "un po' di confusione in meno e un po' di chiarezza in più" non guasterebbero.
"Azzolina? Prepariamo la sfiducia"
I nodi sulla ripresa dell'attività didattica lasciano molte perplessità e dai banchi della politica si alzano diverse voci di protesta: "Non è possibile che insegnanti presidi genitori, studenti, non sappiano cosa succede tra 15 giorni", ha incalzato pochi giorni fa Matteo Salvini, nel corso del programma In Onda, su La7. E ha aggiunto: "Spero che la signora Azzolina si dimetta prima possibile. Perché passa il suo tempo a insultare me e a litigare con sindacati, insegnanti, presidi, sindaci, ma non ha ancora risposto alle domande di noi genitori. Un governo che non pensa alla scuola è un governo pericoloso per Italia e italiani". Ma oggi, Salvini si è spinto oltre, proponendo una mozione di sfiducia individuale nei confronti di Lucia Azzolina: "Alla riapertura dei lavori- ha scritto in una nota- presenteremo una mozione di sfiducia a nome di 8 milioni di studenti e famiglie, di un milione di insegnanti, dei presidi e del personale scolastico tutto. La Scuola italiana merita di meglio. Azzolina bocciata". Dopo l'annuncio del leader della Lega, il capogruppo del partito al Senato, Massimiliano Romeo, ha confermato, secondo quanto riporta AdnKronos: "Ci stiamo lavorando al testo, ora prepariamo una bozza e poi ne parleremo con i nostri alleati per confrontarci.
Critiche arrivano anche da Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, che qualche giorno fa commentava le parole del ministro dell'Istruzione sul "boicottaggio" da parte dei sindacati. "I sindacati hanno fatto a volte il male della scuola, e su questo non ci sono dubbi- ha detto-Ma se adesso l'anno scolastico ripartirà, cosa su cui è lecito cominciare a dubitare, lo si dovrà all'abnegazione dei lavoratori della scuola, dei presidi, dei docenti, dei dirigenti regionali, del personale tutto. L'unico complotto contro la riapertura ordinata delle scuole è quello dell'Azzolina e dell'incompetenza al potere". La Gelmini denuncia la perdita di tempo dei mesi precedenti e il fatto che "enti locali e scuole sono state abbandonate a loro stessi". Già la settimana scorsa, il capogruppo di Forza Italia si era scagliato contro il ministro dell'Istruzione, intervenendo a Tgcom24: "Raccontare agli italiani la possibilità di garantire il distanziamento sociale laddove l'edilizia scolastica è quella che è, vuol dire prendere in giro il Paese, prendere in giro le famiglie- aveva detto-Il ministro Azzolina era perfettamente consapevole delle condizioni in cui versa l'edilizia scolastica in Italia, immaginare il distanziamento senza utilizzare spazi alternativi non è praticabile. Non capisco perché il governo abbia perso del tempo prezioso non intervenendo in alcun modo".
I ministri delle Infrastrutture e dell'Istruzione mostrano una "totale inadeguatezza" anche a detta del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che sul tema della riapertura scolastica commenta: "Sulle scuole assistiamo per l'ennesima volta a un ignobile scaricabarile che dimostra la totale inadeguatezza dei ministeri delle Infrastrutture e dell'Istruzione e la siderale distanza del Comitato tecnico dalla vita reale delle persone di questo Paese". Le regole messe a punto dal governo sono giudicate "inapplicabili e tardive", dato che sono arrivate a meno di un mese dall'inizio della scuola. "Come sempre- conclude Toti- correremo ai ripari con i nostri mezzi. Le Regioni si sono già assunte la responsabilità di riaprire questo Paese con le Linee guida e si assumeranno anche la responsabilità di mitigare l'ennesimo tragico fallimento a cui questo governo sta mandando incontro il paese con la riapertura delle scuole".
Anche il deputato di Fratelli d'Italia, Marco Silvestroni, si scaglia contro il ministro dell'Istruzione: "Azzolina non deve essere solo commissariata da Conte, ma cacciata per palese incompetenza e incapacità- scrive in una nota-Mancano pochi giorni alla campanella di inizio lezioni e i ragazzi in sicurezza devono essere nelle condizioni di tornare a scuola. Azzolina e il governo saranno bocciati in blocco il 21 e 22 settembre e saranno gli unici a tornare a casa".
Scuole chiuse per 8 italiani su 10
Solamente 2 italiani su 10 sono favorevoli alla riapertura a settembre della scuola, alle condizioni decise dal governo. A rivelarlo è un'analisi realizzata per la rivista online Start Magazine da Spin Factor, una società specializzata nella consulenza strategica politica, istituzionale e aziendale. La società ha analizzato i commenti scritti sui principali social network (Facebook, Instagram e Twitter) dai cittadini italiani. È emerso che per 8 italiani su 10, le scuole dovrebbero rimanere chiuse, se la riapertura dovesse avvenire secondo le indicazioni attuali: solo il 22% si è mostrato favorevole a una ripresa delle attività. Inoltre, il 41% del campione sarebbe contrario alle lezioni, mentre il 37% vorrebbe ulteriori garanzie prima di far ricominciare a frequentare le lezioni ai propri figli.
Per analizzare i commenti degli italiani sul tema scuola, sono stati monitorati i post in lingua italiana pubblicati sui principali social network dal 18 al 24 agosto 2020: si tratta di 21mila post, con 2 milioni di parole in totale. "La preoccupazione è evidente anche dalle parole chiave usate dagli italiani nei post e nei commenti- spiega Tiberio Brunetti, fondatore e amministratore di Spin Factor- adominare non è l’aspettativa didattica ma quella sui rischi da coronavirus".
L'analisi mostra anche i partiti politici più attivi sul tema scuola. Al primo posto c'è la Lega, con il 19,57% di frequenza di pubblicazione: il leader del partito, Matteo Salvini, ha affrontato il tema molto spesso (21,01%). Segue il Carroccio il partito fondato da Matteo Renzi, Italia Viva, con il 10,14% di frequenza di pubblicazione. Diversi i numeri della maggioranza che, sulla riapertura delle scuole, intervengono sui social meno frequentemente. Il Movimento 5 Stelle, infatti, si posiziona al quarto posto, con il 4,35%, mentre il Partito democratico al quinto, con il 3,62%.
Le regole per ripartire
"Non posso non ribadire che nella nostra analisi i tre pilastri (distanziamento, mascherine e igiene) rimangono tali". Su questi tre punto, il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, è irremovibile: sono le tre regole base su cui si fonda la ripartenza delle attività scolastiche. Lo ha ribadito anche oggi, in audizione alla Commissione Istruzione alla Camera, rispondendo alle domande dei deputati. "Il distanziamento- spiega il coordinatore del Cts- è fondamentale": i banchi, infatti, dovranno essere distanti almeno un metro l'uno dall'altro, mentre in palestra la misura aumenta a due metri.
Miozzo è intervenuto anche sul nodo mascherine: "Sono state date indicazioni differenti per tre fasce d'età". Infatti, "da 0 a 6 anni, nella scuola dell'infanzia, i bimbi non dovranno portare la mascherina, obbligatoria invece per gli operatori; da 6 a 10 anni, i bambini dovranno indossare la mascherina sui mezzi pubblici e sugli scuolabus e quando entrano a scuola, mentre potranno toglierla una volta seduti se viene rispettato il distanziamento (niente mascherina, naturalmente, a mensa o durante le attività sportive); da 10 anni in su, l'obbligo di mascherina vale in tutte le situazioni in cui non è rispettato il distanziamento". E ha precisato: "È importante sottolineare che la società italiana di pediatria dichiara che non esiste anche per bambini piccoli un problema nel vestire la mascherina, non è dannosa".
Mascherina anche per tutti gli operatori scolastici: per loro potrebbero arrivare i dispositivi di protezione individuale dotati di una parte trasparente al centro, "per consentire ai ragazzi di visualizzare il movimento labiale dell'insegnante". Il coordinatore del Cts è intervenuto anche in merito ai test sierologici ai docenti: "Io li avrei resi obbliatori- spiega- È una procedura invasiva che deve avere un percorso normativo, ma siete voi i rappresentanti del parlamento".
Intanto, oggi, le Regioni hanno dato il via libera alle "indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-Cov-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell'infanzia" stilate dall'Istituto superiore di Sanità, in collaborazione con il Ministero della Salute, quello dell'Istruzione e l'Inail. "La Conferenza delle Regioni- spiega il presidente del Molise- ha espresso un parere sostanzialmente favorevole al documento predisposto dai ministeri competenti e da Iss e Inail.
Un testo che è una sorta di guida operativa destinata agli istituti scolastici per la gestione dei casi di bambini con segni/sintomi Covid-19 correlati e per la preparazione, il monitoraggio e la risposta a potenziali focolai da Covid-19 collegati all'ambito scolastico e dei servizi educativi dell'infanzia, attraverso modalità basate su evidenze e bune pratiche di sanità pubblica". Il via libera definitivo arriverà domani in Conferenza unificata.
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