Scuola, vietato dire insufficiente

Nella valutazione degli alunni della scuola elementare tornano i giudizi, che avevano preso posto dei numeri, che avevano preso posto dei giudizi

Scuola, vietato dire insufficiente

Nella valutazione degli alunni della scuola elementare tornano i giudizi, che avevano preso posto dei numeri, che avevano preso posto dei giudizi, che avevano preso posto dei numeri, che avevano preso posto dei giudizi, e così via, all'infinito. Si scherza, purtroppo, su un settore, l'istruzione, che andrebbe trattato con la massima serietà. I professori, gli studenti, le famiglie preferiscono, caso per niente strano, poche regole ma chiare, che favoriscano l'apprendimento degli scolari e la corretta valutazione da parte degli insegnanti. Il voto numerico, ad esempio, non lascia spazio a interpretazioni, nel bene e nel male. Un quattro non è una condanna ma un giusto avvertimento: caro ragazzo, così non va, datti una regolata; e tu, famiglia, vedi di tenere gli occhi aperti. Un cinque o un sette, accompagnati da una spiegazione, se richiesta dall'alunno, permettono ai ragazzi di capire quanto manca alla sufficienza o cosa ci vuole per superarla.

Il ritorno alle valutazioni, votato in piena pandemia, secondo il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, in corsa per un reincarico, sarebbe «un passo decisivo che si inserisce in un percorso molto più complesso di innovazione a 360 gradi che questo ministero sta portando avanti». L'innovazione è il feticcio di ogni ministro dell'Istruzione, sembra una cattiva cosa lasciare lo scranno senza aver rimescolato un po' le carte, con riforme, riformine, riformette. Ecco dunque la riformetta Azzolina: il giudizio descrittivo di ogni studente sarà riportato nel «documento di valutazione» (in italiano: pagella) e sarà riferito ai quattro differenti livelli di apprendimento che potete leggere in questa stessa pagina: avanzato, intermedio, base, in via di prima acquisizione. Nonno: «Cos'hai preso Nicolino?» Nicolino: «Tre in via di prima acquisizione, due base e un intermedio». Ora, a parte l'ipocrisia di non voler proprio utilizzare la parola «insufficiente», i livelli di apprendimento sembrano fatti apposta per scatenare discussioni infinite, visto che non sono meno arbitrari di un voto ma senz'altro sono ancora più difficili da stabilire.

In realtà, l'innovazione della Azzolina, fino a qui nota per l'introduzione dei banchi a rotelle e per aver ricordato a tutti cosa sia una rima buccale, non ha niente di innovativo. Al contrario, è un ritorno alle dottrine pedagogiche che hanno devastato l'istruzione italiana a partire dagli anni Settanta. Se volete un esempio di fuffa didattica, eccovi qua lo scopo del giudizio secondo le linee guida ministeriali.

Lo trascriviamo

esprimendo la massima solidarietà a insegnanti e famiglie: «Rappresentare, in trasparenza, gli articolati processi cognitivi e meta-cognitivi, emotivi e sociali attraverso i quali si manifestano i risultati degli apprendimenti».

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