Caos immigrazione, la truffa per chi affitta casa sul web

Gli extracomunitari ora prenotano le vacanze su Booking.com e, poi, una volta ottenuto il visto turistico, arrivano in Italia e si danno alla macchia

Caos immigrazione, la truffa per chi affitta casa sul web

Ora gli extracomunitari usano i bed and breakfast per entrare illegalmente in Italia. Lo rivela il quotidiano Libero che ha messo un annuncio su Booking.com.

Un libico si è finto interessato a passare dieci giorni in quell’appartamento e ha prenotato con largo anticipo. Poco dopo aver effettuato questa prima prenotazione, ne effettua una seconda per tre settimane ma in un periodo diverso così da poter fare domanda per avere il visto turistico per l’Italia. Se lo riceve partirà in una di quelle due date prenotate ma difficilmente andrà ad alloggiare in una struttura che costa cento euro al giorno e nessuno gli dirà nulla perché il pagamento avviene solo in contanti. Una volta in Italia, si darà alla macchia e diventerà clandestino.

Così gli immigrati fregano i piccoli albergatori

Questa truffa avviene soprattutto con case vacanza di privati cittadini che spesso non vogliono dotarsi di un pos. Il povero "host", cioè il proprietario o gestore dell'appartamento vacanza, si ritrova così una serie di giorni prenotati che non può cancellare senza il consenso di chi ha prenotato e subisce gravi perdite. Simona Ciccalè, professione consulente per albergatori, spiega che: “Il fenomeno delle false prenotazioni per ottenere il visto è esploso con la diffusione dei portali di prenotazioni online ma negli ultimi tempi riguarda soprattutto le piccole strutture ricettive extra alberghiere come bnb o case vacanze che non sono attrezzate con i cosiddetti pos per le carte di credito”.

L’immigrato, però, potrebbe farla franca anche con i pos avvalendosi di una carta ricaricabile per garantirsi la prenotazione. Una volta ottenuto il visto, però, “spenderà o trasferirà quei soldi e potrà cancellare la prenotazione senza il rischio che l' albergatore possa rivalersi esigendo il pagamento”. L' esperta parla anche di“casi in cui alcuni albergatori si sono visti bloccare una stanza per tre mesi al costo di 7mila euro senza possibilità di cancellare quell' evidente prenotazione farlocca. Alcuni portali prevedono la prenotazione immediata non cancellabile se non in casi specifici che spesso prevedono il consenso sia dell'host che dell' ospite. In quel caso l'abergatore subì un grave danno economico”. È perciò necessario “consentire solo prenotazioni di breve periodo se si possono accettare solo contanti e non ci si vuole dotare di un pos (che comunque non sarebbe una garanzia). Poi ricordarsi che esistono portali online dove queste cose non accadono poiché incassano direttamente dal cliente”.

La risposta di Booking.com

Dal sito di prenotazioni spiegano che: Booking.com è una piattaforma che consente la transazione tra un cliente e un fornitore di alloggio. Quando un cliente effettua una prenotazione tramite Booking.com, così come per qualsiasi piattaforma di prenotazione e nel rispetto della legge, non è tenuto a divulgare il motivo del proprio soggiorno. Disponiamo di un sistema e un team dedicato alla sicurezza per individuare prenotazioni di clienti che potrebbero non intendere soggiornare. Booking.com migliora e aggiorna costantemente tali metodi di rilevazione per garantire prenotazioni efficaci ai propri partner". "I nostri partner - proseguono nella risposta - aderiscono alle politiche e alle condizioni di Booking.com, e questo include anche l'opzione di offrire prenotazioni non rimborsabili o tariffe che richiedono un deposito o un pre-pagamento.

I partner possono anche verificare i dati della carta di credito (ad esempio, una pre-autorizzazione in conformità alle loro politiche di pagamento individuali). Booking.com mette a disposizione dei propri partner un servizio di supporto e assistenza disponibile 24 ore su 24”.

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