Ora Hjorth accusa dal carcere: "I colpevoli sono i carabinieri"

Le intercettazioni dei due americani sotto processo per l'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Elder racconta i fatti di quella notte

Ora Hjorth accusa dal carcere: "I colpevoli sono i carabinieri"

Parole agghiaccianti quelle che arrivano dal carcere di Regina Coeli, dove sono detenuti i due americani, accusati dell'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso da 11 coltellate lo scorso luglio. I colloqui di Gabriel Natale Hjort e Finnegan Lee Elder con i famigliari sono stati intercettati e ora sono agli atti del processo per omicidio, iniziato lo scorso 26 febbraio.

Secondo quanto racconta Fanpage, che ha reso note le intercettazioni, il 5 settembre del 2019, Finnegan Lee Elder aveva incontrato in carcere la madre, alla quale il giovane ha raccontato gli eventi di quella sera. Prima ha ripercorso l'incontro con gli spacciatori, che sarebbero stati contattati per acquistare della cocaina. Ma, dopo il mancato scambio, i due americani avevano rubato lo zaino di Sergio Brugiatelli, l'intermediario dei pusher, tornando in albergo. A quel punto, Hjort avrebbe fatto due telefonate per concordare la restituzione dello zaino, in cambio di cento euro e un grammo di cocaina. Poi, a pochi passi dall'albergo, si è consumato il tragico epilogo, che ha portato alla morte del vicebrigadiere. Durante il colloquio, la madre chiede conto al figlio circa l'episodio e Elder nega di aver capito che si trattasse di due carabinieri: "Parlavano tra di loro, ma guardando noi allora abbiamo cambiato direzione. Un attimo dopo mi sono girato e il tizio grosso mi ha aggredito". Allora, il ragazzo avrebbe estratto il coltello, per colpire il carabiniere, con tre colpi: "Ha allungato la mano, quando si è reso conto che non aveva le manette, ha cercato di afferrare il mio coltello e girarlo contro di me, a quel punto ho cambiato mano e l'ho accoltellato altre volte fino a che non mi si è tolto di dosso", avrebbe spiegato alla madre.

Anche Gabriel Natale Hjorth ha incontrato i suoi familiari mentre era in carcere. E in quell'occasione avrebbe incolpato l'amico: "Elder è una persona violenta", avrebbe detto al padre e allo zio, durante un colloquio dei primi di agosto, sostenendo di trovarsi in carcere per colpa di "un'amicizia sbagliata". Poi, a metà agosto, Hjorth avrebbe detto: "Devono capire che quelli colpevoli sono i c...o di carabinieri". E avrebbe aggiunto: "In America non succederebbe mai questo fatto, perché in America avrebbero fatto vedere subito che erano della polizia e non succederebbe questo fatto". Ma i famigliari lo bloccano: "Vabbè queste sono cose che non devi neanche pensare, perché questa è una cosa che non ci aiuta". Poi Hjorth si sarebbe lamentato dei tempi delle indagini: "Stanno impiegando tre settimane per svolgere le indagini a mio carico, solo in Italia. In America avrebbero già finito".

Secondo la difesa dei due americani, alcune intercettazioni sarebbero state tradotte male e i legali chiedono che vengano riviste: "Produrremo una serie di audio intercettati perché crediamo che una loro corretta traduzione possa rappresentare una prova a

discarico del nostro assistito". E specifica come in una delle intercettazioni, Elder "precisa più volte di non aver neppure intuito che Cerciello e il suo collega fossero appartenenti alle forze dell'ordine".

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