Le sforbiciate di Monti colpiscono pure L'Aquila

A tre anni di distanza dal sisma che ha ridotto l’Abruzzo in ginocchio arrivano le misure per la chiusura dello stato di emergenza della Regione

Le sforbiciate di Monti colpiscono pure L'Aquila

A tre anni di distanza dal sisma che ha ridotto l’Abruzzo in ginocchio arrivano le misure per la chiusura dello stato di emergenza della regione. Parola d’ordine “spending review”.

La cessazione dello stato di emergenza e il recupero della gestione ordinaria determinerà un risparmio di spesa corrente quantificabile in 21 milioni di euro annui. Per la ricostruzione sono previsti 7,7 miliardi di euro, cifra già stanziata dal precedente governo, che non includono i 2,5 miliardi spesi finora per l'emergenza. Entro l’estate verrà approvata definitivamente una norma, che sarà inserita come emendamento nel decreto crescita, relativa alla fase finale della ricostruzione dell'Aquila e dell'Abruzzo. “Nel cratere dell’Aquila – ha detto il Ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, illustrando alla stampa l’emendamento - si realizza la più grossa concentrazione di investimenti pubblici del nostro Paese. La norma regolerà l’enorme investimento per i prossimi 12 anni”. La cessazione dello stato di emergenza comporterà anche “certezze e qualità di lavoro per il personale che sarà impegnato nella ricostruzione”. E proprio sulla voce risorse umane il ministro si è soffermato a lungo durante la conferenza stampa. “Noi riteniamo – ha spiegato Barca - che non si fanno ricostruzioni in Italia con i Co.co.co, o con il lavoro a tempo determinato. Alla ricostruzione lavoreranno 300 persone con contratto a tempo indeterminato che saranno selezionate attraverso un bando governato da noi insieme ai comuni, che sarà rapidissimo e si dovrà chiudere entro la fine di quest’anno, per consentire il passaggio di testimone. Il 50% dei posti è destinato a chi ha già lavorato alla ricostruzione. Se fossi un giovane con un profilo adatto correrei per andare a lavorare alla ricostruzione!”

Dunque 300 persone con contratto a tempo indeterminato. Al contrario di quello che potrebbe sembrare è proprio qui il cuore della spending review. Attualmente, infatti lavorano circa 600 persone che costano 35 di milioni di euro l’anno, tutti a tempo determinato. Con la nuova soluzione designata dal Ministero il numero di persone verrà pressoché dimezzato (352 lavoratori) e costerà alle tasche pubbliche circa 13,8 milioni di euro, il 60% in meno rispetto a quella attuale. Da dove arriveranno i soldi per la copertura degli stipendi? “Si tratta – ha detto Barca – di una copertura di solidarietà: il 60% viene coperto dai Comuni, il 22% l’abbiamo trovata noi operando dei tagli nelle strutture tecniche di cui ho la responsabilità nel ministero dello Sviluppo (d’intesa con il ministro Passera) e nel Ministero della Coesione territoriale, riducendo di 3 milioni di euro le spese per strutture tecniche; il restante 20% dai fondi per la ricostruzione”.

“La norma - ha aggiunto il ministro- è stata messa a punto per favorire una modalità partecipata, frutto di 5 mesi di lavoro del mio staff''. Tre gli obiettivi principali: il rientro nelle case dei cittadini, l'attrattività dei piccoli borghi e dell'Aquila e la ripresa economica. Gli strumenti per la ricostruzione prevedono interventi singoli, progetti complessi che possono richiedere bandi dei Comuni e la delega volontaria al Comune per la realizzazione di progetti che godono di premialità. ''Si tratta di principi generali - ha precisato il ministro per la Coesione Territoriale - non coercitivi''. Inoltre, ha aggiunto, ''abbiamo pensato, a garanzia della qualità della ricostruzione del centro storico de l'Aquila, che non fosse tollerabile la presenza di “buchi”, che danneggerebbero l'attrazione della città e che in ogni caso finora rappresentano solo l'1% sul complesso dei lavori''.

Alla ricostruzione collaboreranno anche due Uffici Speciali ''che si occuperanno di tenere alta la qualità della ricostruzione, garantendo la congruità dei progetti, facendo anche un controllo e monitoraggio al Ministero dell'Economia sui soldi spesi''.

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