Si fingevano disabili per avvicinarsi alle anziane in preghiera, chiedendo loro soldi. E una volta "agganciata" le vittima, riuscivano a farsi consegnare denaro contante senza colpo ferire. Protagoniste della storia sono due ragazze romene di etnia rom di diciotto e ventuno anni, scoperte e denunciate per truffa in concorso a Firenze. Stando a quanto riportato dai quotidiani locali sarebbe stata proprio una delle vittime del raggiro, un'italiana di sessant'anni, a far emergere quello che sembrava ormai un vero e proprio "modus operandi" consolidato.
Gli inquirenti ipotizzano infatti che le due agissero secondo un copione ben strutturato, tant'è che una delle due era in possesso di una cartellina rossa che recava numerosi fogli con il logo di fantomatiche associazioni benefiche. I fatti si sarebbero svolti nella chiesa di Santa Maria Maggiore, dove una sessantenne del posto si era recata per pregare. Quest'ultima sarebbe stata avvicinata da una delle due presunte truffatrici, con un abbraccio. Un gesto che ha stupito la donna, prima che la ragazza le mostrasse la cartella sopracitata facendo intuire di voler raccogliere risorse anche a loro favore. Nella circostanza la giovane si sarebbe espressa a gesti, facendo intendere alla malcapitata signora di essere una persona con disabilità nel parlare e nel sentire. A tutto questo è seguita ovviamente una richiesta di offerta in denaro. La vittima, di quella che poi si è rivelata essere una truffa in piena regola, non è rimasta indifferente all'invito e ha aperto il cuore e il portafogli. Un'offerta della quale si sarebbe pentita dopo pochi minuti, a posteriori.
Il motivo? Le due giovani avrebbero infatti avvicinato altre fedeli presenti in quel momento in chiesa, comportandosi nello stesso modo in cui si erano comportate in precedenza. Solo che, ad un certo punto, credendo di non esser viste, si sarebbero appartate in un'ala più defilata del luogo di culto e sarebbero scoppiate a ridere, iniziando a parlare fra loro e contando il bottino (circa 50 euro). A quel punto, quando la sessantenne si è resa conto di esser stata raggirata, sarebbe uscita dall'edificio ed avrebbe fermato una volante della polizia impegnata in un servizio di monitoraggio del territorio a poca distanza dal teatro degli avvenimenti. E dopo aver raccolto la sua testimonianza, i poliziotti hanno identificato e fermato le due rom.
Le indagini starebbero però proseguendo, perché il sospetto degli investigatori è che le due avessero utilizzato questo stratagemma anche in altre occasioni. E che in certi casi possano aver sfruttato la loro destrezza anche per scippare oggetti di valore alle malcapitate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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