Nel suo primo discorso come presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia ha schierato la sua organizzazione col governo Renzi, elogiandone la (pessima) riforma istituzionale. Non è un buon segno, anche se in linea con il passato. Se l'Italia e il suo capitalismo fossero come gli altri Paesi di democrazia liberale e di mercato, non ci sarebbe nulla da dire. Ma il nostro Paese ha un capitalismo che non cammina sulle sue gambe, ma dipende dai favori del potere politico, cioè dal governo in carica. Così Renzi, dopo aver occupato la Rai e averla trasformata nell'Eiar fascista e aver messo le mani sui maggiori quotidiani, ora sta occupando tutti i centri vitali del Paese, buon'ultima anche la Confindustria.
Il ragazzotto fiorentino, finito in un posto più grande di lui, pare abbia il vizietto di chiedere ai proprietari dei giornali la testa dei giornalisti che non gli piacciono (semplicemente perché fanno liberamente il loro mestiere). Ora dopo l'avvenuto schieramento di Confindustria - ne avrà anche qualche occasione in più, dato che la proprietà dei quotidiani è spesso in mano agli stessi imprenditori.
Il presidente di Confindustria, col discorso inaugurale, ha fatto il suo mestiere, e Renzi che ha un forte senso del proprio potere personale, che persegue con rigore - ha capito l'aria che tira e ne terrà certamente conto. Preoccupa che nessuna voce di dissenso si sia levata all'interno della stessa Confindustria, ammutolita sulle posizioni del suo neo eletto presidente. Ma, probabilmente, gli imprenditori ritengono che sia pericoloso inimicarsi un premier così allergico alle voci fuori dal coro, anche le più pacate.
Dunque non si prospettano giorni felici per le libertà di critica al governo, e non c'è francamente di che rallegrarsi.
Anzi, a questo punto, i casi sono due: o gli italiani hanno una forte vocazione a essere comandati e trasformati in sudditi; o chiunque vada al governo lo sa e si comporta di conseguenza. A questo punto c'è solo da augurarsi che nei giornali e alla Rai ci siano ancora spiriti liberi che facciano il proprio mestiere in autonomia e in libertà. Pur sapendo di rischiare la testa.
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