“Vedi come l’hanno trattata, come una signora, l'hanno rieducata". Nella kasbah romana c'è chi legittima i jihadisti somali di al Shabaab e si surriscalda quando ci sente chiamarli "terroristi": "Quali terroristi? Quella è gente che prega, i terroristi siete voi che lanciate le bombe sui bambini assieme agli americani". Parole gravi, quelle pronunciate in un servizio pubblicato da ilGiornale.it da un appartenente alla comunità islamica di Tor Pignattara, a Roma, sulle quali ora i carabinieri avrebbero acceso un faro.
A presentare un esposto nella caserma di Prato per accertare se "i fatti, la persona e i luoghi possono significare pericolo per la sicurezza", è stato il deputato di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli. Il servizio era stato rilanciato giovedì scorso da Dritto e Rovescio, il talk show condotto da Paolo Del Debbio, su Rete 4. Già nel corso della trasmissione, il deputato di Fratelli d'Italia, ospite del talk, aveva replicato indignato: "Quell’uomo andrebbe arrestato per istigazione alla violenza e al terrorismo". Il dibattito però è andato ben al di là degli studi televisivi.
E così, il giorno successivo, non solo lui ma anche altri esponenti del partito di Giorgia Meloni, si sono messi in moto per denunciare l'accaduto alle autorità. "Come rappresentanti delle istituzioni non potevamo solo commentare, abbiamo sentito il dovere di attivarci e segnalare l’accaduto", si legge nel comunicato diffuso da Donzelli, Federico Mollicone, Maria Teresa Bellucci, e dal vice presidente della Camera, Fabio Rampelli.
E ancora: "Sono frasi gravissime, peraltro pronunciate con tono sferzante nel contesto aggregativo della comunità islamica di Tor Pignattara, abbiamo creduto fosse nostro dovere segnalare la vicenda ai carabinieri per verificare se i fatti, la persona e il luogo possano rappresentare un pericolo per la sicurezza e siano da considerare perseguibili a termini di legge".
"Lei è andata lì per seminare discordia e invece ha ricevuto un'educazione e si è arricchita spiritualmente, adesso è libera e felice", ci aveva detto lunedì scorso un anziano frequentatore del centro islamico di via Capua, in zona Tor Pignattara, a Roma. Insomma per l'uomo, vestito in abiti tradizionali, avremmo dovuto "ringraziare" i tagliagole di al Shabaab per aver "educato" Silvia all'Islam facendola uscire dal "buio".
"Non è stata una conversione - aveva insistito - ma un ritorno alle origini". "Il battesimo e la cresima, invece - ci aveva detto - quelli sì che sono atti terroristici perché tutti noi nasciamo musulmani". Non solo.
Nel momento in cui Silvia ha sposato la fede coranica, ci aveva assicurato, "è diventata come una sorella, ed i mujaheddin morirebbero per lei". Sulla prigionia di Silvia l'anziano non aveva dubbi: "È stata trattata da signora, noi le donne le rispettiamo".Frasi choc, che fanno discutere, su cui ora potrebbe scattare un'inchiesta.
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