È passato ormai un anno dalla morte di Ismar Mesinovic, bosniaco partito da Longarone per andare a combattere in Siria al fianco dei jihadisti dello Stato islamico (Is). L'uomo, uno dei tanti foreign fighters che hanno lasciato l'Europa per accrescere le fila del gruppo estremista, aveva portato via anche il figlio Ismail, di poco più di tre anni.
Lidia Solano Herrera, la moglie di Mesinovic, ha raccontato al Corriere del Veneto di come alla perdita del bambino si sia aggiunta una beffa: il rischio di dover pagare le tasse per il marito morto.
"Vivo dilaniata dal dolore di non sapere dov'è mio figlio - ha detto - e con il terrore che ne facciano un soldato bambino". E a una situazione già drammatica si aggiunge il problema della partita Iva dell'uomo, artigiano, e degli adempimenti fiscali di cui ora la Herrera rischia di dover farsi carico.
Per il ministero dell'Interno l'imbianchino Mesinovic è morto, caduto in combattimento.
Ma per una questione che è puramente burocratica - così spiega l'avvocato della moglie - il Comune di Longarone si rifiuta di rilasciare il certificato che ne attesterebbe il decesso o di trascriverne uno, se arrivasse dall'estero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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