Sisma, casette vanno in pezzi: "Rendo le chiavi e mollo tutto"

Una terremotata si sfoga dopo l'ennesimo guasto alla casetta consegnata dal governo: "C'è sempre qualcosa che non funziona"

Sisma, casette vanno in pezzi: "Rendo le chiavi e mollo tutto"

"Siamo stanchi, sfiniti. Pensiamo di riconsegnare le chiavi e andarcene". È stanca Luigia D'Annibale. Ed è stanco anche suo marito. Una famiglia di sfollati di Arquata del Tronto che dopo tanto penare e l'attesa (infinita) per una casetta di legno che sostituisse le loro abitazioni distrutte dal sisma, ora si trovano in mano con "casette fatte senza nessun rispetto per chi doveva andarci a vivere".

Il modulo abitativo promesso da Renzi è arrivato solo il 7 ottobre scorso e la famiglia di Luigia ci vive in cinque: genitori e tre figlie (il sabato e la domenica). Peccato qualcosa sia andato storto: "Prima non funzionava la caldaia, mancava la corrente - racconta la signora al Quotidiano Nazionale - Poi le tubature gelavano, la mattina non avevamo l' acqua, hanno dovuto rifare i tubi mettendoci una protezione. E ancora, i boiler sono montati all' esterno, non è la posizione più adatta considerando che la notte il termometro scende fino a otto gradi sotto lo zero. E infine, l'acqua che entrava dal tetto dove hanno messo la carta catramata che però col freddo si stacca".

Stanotte un nuovo problema con il bagno. "Erano le 4 del mattino, ho sentito un rumore di acqua. Pensavo che fosse pioggia. Mi sono poi resa conto che usciva acqua a fiotti dalla cassetta dello scarico". Un disastro dietro l'altro per una famiglia che il giorno del sisma ha perso zii, nipoti e amici sotto le macerie. Le riparazioni, ovviamente, sono a carico della famiglia. "Se continua così dobbiamo andarcene, siamo costretti - continua Luigia al Carlino - Si cerca di superare ogni cosa, si prova ad andare avanti, nonostante tutto. Ma adesso, non abbiamo la forza di sopportare anche questo.

Abbiamo tirato fuori l' albero di Natale da sotto le macerie, ci avevamo pure provato a ricreare una situazione normale. Non vorremmo lasciare Arquata. Ma non è possibile vivere in questo modo, c'è sempre qualcosa che non funziona".

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