Il primario e un altro dirigente medico sono stati allontanati al termine dell’inchiesta condotta da una commissione interna all’Azienda sanitaria trentina in seguito alla scomparsa di Sara Pedri, la ginecologa di 31 anni di Forlì scomparsa lo scorso 4 marzo nei pressi di Cles. Come si legge in una nota dell'Apss, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento, che “dalla documentazione emergono fatti oggettivi e una situazione di reparto critica che rendono necessario, a partire da lunedì 12 luglio, il trasferimento del direttore dell'ostetricia e ginecologia di Trento ad altra unità operativa e di un altro dirigente medico ad altra struttura ospedaliera dell'Apss. Questi provvedimenti sono stati decisi al fine di tutelare la serenità delle pazienti, di tutti gli operatori coinvolti e a salvaguardia del buon funzionamento del reparto".
Trasferiti il primario e un responsabile medico
Rimossi dal loro incarico sono il primario Saverio Tateo, e un altro responsabile del reparto, Liliana Mereu. Tutto è cominciato in seguito alle accuse di mobbing partite dai familiari di Sara, che hanno denunciato ai media come la ginecologa 31enne, in carico nel reparto dallo scorso autunno, subisse “turni massacranti, abusi di potere e minacce continue”. La sorella Emanuela aveva parlato di nonnismo nei confronti di Sara. Alcuni professionisti che avevano lavorato in quello stesso reparto negli ultimi anni hanno appoggiato le accuse mosse dalla famiglia del giovane medico.
Della dottoressa scomparsa ancora nulla, è stata solo ritrovata la sua vettura poco lontana dal ponte di Mostizzolo sul torrente Noce, con all’interno dell’abitacolo il suo telefono cellulare. Per indagare su quanto avvenuto è stata nominata dall’Azienda sanitaria una commissione interna apposita. Sono state ben 110 le persone ascoltate dalla commissione, che al termine ha reso noto di aver deciso per il trasferimento del primario “al fine di tutelare la serenità delle pazienti, di tutti gli operatori coinvolti e a salvaguardia del buon funzionamento del reparto”. Si legge anche che “la direzione generale invierà gli atti della commissione di indagine all’Ufficio procedimenti disciplinari per l’attivazione del relativo iter. L’unità operativa del Santa Chiara è stata affidata al direttore della struttura complessa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Rovereto che guiderà il reparto a scavalco”.
Le dimissioni del direttore generale
Ma non è finita qui. Infatti, il direttore generale Pier Paolo Benetollo ha confermato la decisione di presentare le sue dimissioni tramite una lettera inviata nella mattinata di oggi, sabato 10 luglio, al personale dell’Azienda sanitaria. Il medico ha scritto che si tratta di “un lavoro complesso, che si può fare solo se si ha serenità d’animo, forse anche appartengo ad un’altra generazione, in cui i sistemi di relazione erano diversi. In piena serenità quindi ritengo sia meglio per l’Azienda sanitaria e per me tornare al mio lavoro consueto, magari dopo un periodo di ferie, di cui ora ho bisogno; per questo ho riconfermato nei giorni scorsi la mia volontà di dimettermi dall’incarico”.
La scorsa settimana il direttore generale aveva rimesso il proprio mandato nelle mani della giunta provinciale perché aveva riconfermato Tateo, informando in modo tardivo il presidente della Provincia Maurizio Fugatti. Da quel momento la posizione di Benetollo era rimasta ferma sul tavolo della giunta per tutta la settimana fino a ieri, quando Fugatti aveva spiegato che il direttore generale sarebbe restato in carica con le sue funzioni. Il medico ha però deciso diversamente, presentando oggi le sue dimissioni oggi: “Per quanto riguarda il caso della dottoressa Sara Pedri e il clima nel reparto di Ostetricia Ginecologia di Trento, la mia scelta è stata fin da subito quella di approfondire i fatti, raccogliendo nelle dovute maniere dati e testimonianze, per decidere subito dopo sulla base di questi”.
Sara: "Un profondo stato d'ansia"
La visita degli ispettori mandati dal ministro della Salute si è conclusa e adesso si aspettano, per la fine del mese, le audizioni dell’Ordine dei medici di Trento. Importante anche una mail che Sara aveva scritto al suo responsabile di reparto per informarlo di voler lasciare il suo incarico di dirigente medico dal Santa Chiara. La mail in questione inizia con “Sovrano illuminato”. Questo appellativo usato dalla 31enne potrebbe far capire agli inquirenti il clima che c’era sul posto di lavoro. Negli appunti della giovane, trovati nella sua abitazione di Cles, e pubblicati dal settimanale Giallo, si legge che “l’esperienza a Trento doveva essere formativa, purtroppo ha generato in me un profondo stato d’ansia, a causa del quale sono completamente bloccata e non posso proseguire. Sono partita con molto entusiasmo, non ho mai detto di no, nonostante i molteplici imprevisti e dei progetti incivili. È una situazione più grande di me”.
Intanto le
ricerche per ritrovare Sara proseguono sia da parte dei Vigili del fuoco che del Soccorso alpino che stanno scandagliando la zona del torrente Noce e del lago di Santa Giustina. Al momento però nessun corpo è stato ritrovato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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