Parola d'ordine: "Che bel bambino". Così spacciava droga dalla carrozzina

Una donna che passeggiava con il proprio figlio è stata arrestata a Pisa con l'accusa di spaccio. L'accusa: nascondeva la droga nello zaino e nella carrozzina del bimbo

Due agenti della municipale di Pisa
Due agenti della municipale di Pisa

Si avvicinavano al passeggino del bambino per complimentarsi, almeno all'apparenza. Perché in realtà, stando agli inquirenti, altro non era che un "codice" ormai ben rodato per non destare sospetti: pusher e clienti erano interessati alla droga che la donna nascondeva soprattutto nello zaino, ma anche nella carrozzina del figlio. Protagonista della vicenda svoltasi a Pisa è una madre trentacinquenne, arrestata pochi giorni fa con l'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti in Piazza della Vettovaglie, durante la festa della "Luminara".

Una serata che attira tradizionalmente numerosi turisti nella città toscana, ma ad insospettire gli agenti della polizia municipale sono stati alcuni movimenti sospetti riscontrati in un'area specifica del centro storico durante i festeggiamenti. L’operazione è infatti partita dalle registrazioni delle telecamere di video-sorveglianza che mostravano una grande affluenza verso una zona ben definita dello spazio. Una situazione normale in teoria, non fosse che tra loro si scorgevano anche diversi uomini di origine tunisina già noti alle forze dell'ordine come spacciatori. Ed è stata proprio quest'ultima osservazione a far scattare i controlli. Sono così intervenute le pattuglie in borghese che hanno svolto le prime perquisizioni del caso.

E le ricerche hanno dato esito positivo quando è stato notato come una buona parte della folla convergesse verso un punto ben preciso, occupato per l'appunto dalla giovane con la carrozzina. Un agente le si è dunque avvicinato e mentre il compagno si è allontanato con il figlio, la donna non ha nascosto un certo nervosismo. Specie quando le è stato chiesto di mostrare il contenuto dello zaino che portava a tracolla. Il motivo? Dentro c'erano quarantatrè dosi di cocaina e cinque pacchetti di hashish. La persona non aveva soldi con sè, ragion per cui in quel frangente fungeva probabilmente da supporto per i pusher che si rifornivano da lei per poi consegnare la droga.

Gli investigatori pensano però che lei stessa talvolta potesse vendere la merce agli interessati. E per tutti, spacciatori e clienti abituali, la frase per farsi riconoscere sarebbe stata la medesima: "Che bel bambino!". Un "modus operandi" ormai scoperto, ad ogni modo.

Con tutti i risvolti del caso, per la ragazza: il pubblico ministero ha infatti già provveduto a disporre il processo e la convalida per direttissima. E il giudice l'ha condannata ad un anno e otto mesi di reclusione con la condizionale, oltre al pagamento di una multa di 2000 euro.

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