Scoprì di aver ucciso l'uomo sbagliato solo la mattina dopo, leggendo il giornale. Ma per più di trent'anni mantenne il segreto. È la terribile storia confessata da Vincenzo Pavia, ex collaboratore di giustizia che negli anni Ottanta agiva a Torino come killer per il gruppo criminale guidato da Salvatore Belfiore. La vittima, Roberto Rizzi, somigliava a un altro uomo rivale del clan dei Belfiore. Si risolve così un giallo mai chiarito: l'assassinio di Rizzi era avvolto nel mistero.
I fatti risalgono al 20 maggio 1987. Vincenzo Pavia, accompagnato da Saverio Saffioti, un altro membro della banda, entra nel bar 'I Tre Moschettieri' di via Pollenzo 37 a Torino. È convinto di trovarci un rivale, Francesco Di Gennaro detto 'Franco il rosso'. Invece nel locale c'è Rizzi, che con Di Gennaro ha una certa somiglianza. Pavia va a colpo sicuro: spara un colpo alla testa dell'uomo, poi torna in auto e scappa con il complice. Solo l'indomani si accorgerà dello scambio di persona.
Soltanto pochi mesi fa, a giugno, Pavia ha confessato alla Polizia anche questo omicidio. Negli anni '90 ne aveva già ammessi 8, compiuti per i Belfiore di cui era il killer. Dell'omicidio Rizzi risponderà solo lo stesso Pavia: il complice Saffioti, infatti, è stato ucciso nel 1992 proprio su ordine dell'ex alleato Salvatore Belfiore.
Francesco Di Gennaro, invece, sarà comunque ucciso sempre nello stesso bar ad agosto del 1988. Tra i vari crimini in cui è coinvolta la famiglia Belfiore c'è anche l'l’omicidio del Procuratore della Repubblica Bruno Caccia, nel giugno 1983.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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