Strage Bologna: nuova perizia lega attentato con azioni compiute da Carlos in Francia

La strage di Bologna potrebbe essere stata causata non da un attentato pianificato ma una esplosione accidentale di una bomba nel corso del trasporto. La novità è emersa grazie all’utilizzo di nuove tecnologie che in passato non esistevano. I periti mettono in relazione la strage di Bologna a due attentati compiuti da Carlos in Francia

Strage Bologna: nuova perizia lega attentato con azioni compiute da Carlos in Francia

Clamorose novità sono emerse sulla strage di Bologna a seguito di una nuova perizia la quarta in ordine di tempo, sull’attentato di Bologna del 2 agosto 1980.

Secondo quanto riporta l’Adnkronos, nelle 160 pagine oltre agli allegati, consegnate oggi al presidente della Corte d'Assise di Bologna, Michele Leoni, che sta celebrando il processo nei confronti l'ex-terrorista dei Nar, Gilberto Cavallini imputato per la strage del 2 agosto 1980, modifica del tutto lo scenario fin qui conosciuto mettendo addirittura in discussione l'impianto giudiziario complessivo e smentendo, in gran parte, le precedenti risultanze.

Per portare a termine l’attacco nella stazione sono stati usati 11 kg di esplosivo, e non una ventina come si riteneva in precedenza, composto da T4 e tritolo con residui di gelatina derivati da cariche da lancio di munizionamento sconfezionato della Seconda guerra mondiale.

La novità più clamorosa, svolta con tecnologie e mezzi che in passato non esistevano, è legata al ritrovamento di un interruttore elettrico di tipo "on-off" sul quale è stata ritrovata l'"impronta" dell'esplosivo risultata essere incompatibile non solo con qualsiasi deviatore presente nella sala d'aspetto dello scalo ferroviario di Bologna, luogo dove venne posizionata la valigia contenente l'ordigno, ma anche con materiale appartenente alle Ferrovie.

Per i periti, l'interruttore è simile ad un interruttore dei tergicristalli di un'auto. L’oggetto era stato posizionato su una staffa di metallo, piegata da un lato, di circa dieci centimetri di lunghezza per tre centimetri di altezza.

L’interruttore era stato trovato l'estate scorsa dall'esplosivista geominerario Danilo Coppe nel materiale depositato, subito dopo l’attacco, all'interno della caserma di Prati di Caprara.

Il pezzo in questione è compatibile con un interruttore di sicurezza artigianale realizzato da chi ha costruito l'ordigno. Il pulsante è stato utilizzato per evitare una possibile esplosione durante il trasporto. Ma, essendo un congegno artigianale, sarebbe stato difettoso.

Ciò potrebbe significare che l’attentato nella stazione di Bologna, in realtà, non era voluto. Si sarebbe tratto di una sorta di “incidente”.

Il reperto, infatti, potrebbe offrire un clamoroso riscontro a quanto ipotizzato dall'ex-presidente della Repubblica, Francesco Cossiga che, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera l'8 agosto 2008, parlò di un trasporto finito male.

“La strage di Bologna è un incidente accaduto agli amici della "resistenza palestinese" che, autorizzata dal "lodo Moro" a fare in Italia quel che voleva purché non contro il nostro Paese si fecero saltare colpevolmente una o due valigie di esplosivo”, dichiarò l'ex-ministro dell'Interno.

Sostanzialmente l'ordigno all'interno della valigia sarebbe esploso accidentalmente mentre veniva trasportato. Questa clamorosa novità potrebbe far luce sulla presenza di diverse persone sospette che si trovavano a Bologna quel drammatico giorno.

Tra questi, secondo la Stasi, vi erano terroristi del gruppo dinamitardo di Carlos Lo Sciacallo, Thomas Kram e Christa Margot Frolich.

Non meno importante un altro dato. I periti mettono in relazione la strage di Bologna a due attentati compiuti da Carlos in Francia, in particolare quello di Saint Charles del 31 dicembre 1983.

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