In Svizzera non passa il referendum per introdurre il salario minimo. Solo il 23% ha votato a favore della misura, contro un 77% di contrari. L’introduzione del salario minimo avrebbe avuto effetti pesanti per l’economia dal momento che a tutti i lavoratori sarebbero stati garantiti 22 franchi (18 euro) all’ora, che al mese fanno uno stipendio minimo pari a 3.270 euro.
Una valanga di "no" contro il salario minimo. Il 77% degli svizzeri si è, infatti, opposto alla misura che avrebbe fatto della Svizzera il Paese con gli stipendi più alti al mondo. Si sarebbe trattato di una retribuzione minima più che doppia rispetto a quella di 8,50 euro all’ora della Germania e dei 10,10 dollari proposti negli Stati Uniti dal presidente Barack Obama. Il "no" ha addirittura superato l’82 % nel cantone di Glarona ed il 74% a Zurigo. I sostenitori del referendum, il sindacato Sgb e Verdi e socialisti, affermavano che il costo della vita nel piccolo Paese alpino è altissimo, con un lavoratore su dieci che fatica a pagare l’affitto e solo il 40% delle professioni che è coperto da contratto collettivo. Gli imprenditori elvetici avevano ribattuto che un salario minimo così alto avrebbe bloccato le assunzioni di giovani e la crescita. "Il sì avrebbe danneggiato i frontalieri italiani - ha commentato Stefano Modenini, direttore dell'associazione delle industrie ticinesi - se la misura fosse passata qui in Svizzera sarebbero saltati i posti di lavoro, soprattutto degli italiani frontalieri, e qualche imprenditore avrebbe potuto anche decidere di delocalizzare in Italia".
In Svizzera, tra i Paesi più ricchi ma anche più cari al mondo,
non esiste un salario minimo nazionale e le retribuzioni sono concordate individualmente o collettivamente. I negoziati collettivi avvengono tra le parti sociali per un intero settore o per singole aziende.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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