Taranto, asini incatenati: denunciato e multato allevatore

I due animali avevano zampe e testa legate alle catene. A liberarli il gruppo dei carabinieri forestali

Taranto, asini incatenati: denunciato e multato allevatore

Vivevano incatenati due asini in un allevamento di Martina Franca, un Comune in provincia di Taranto. Per questo un allevatore è stato denunciato dal gruppo dei carabinieri forestali insieme al reparto carabinieri biodiversità di Martina Franca ed al personale del servizio veterinario della Asl di Martina Franca. I due animali sono stai messi sotto sequestro.

Gli asini avevano le zampe anteriori e posteriori legate ad alcune catene collegate alla testa. Questo impediva loro la regolare deambulazione e la possibilità di adagiarsi al suolo per riposare. Le catene avevano lacerato gli arti ed il capo degli equidi provocando profonde ferite infette ed infestate da parassiti, che ad ogni minimo movimento causavano grandi sofferenze ai due sfortunati animali.

Sono state necessarie diverse ore per liberare gli asini dalle catene che ormai erano penetrate nella pelle. Per porre fine a questo maltrattamento, gli asini, oltre ad essere sequestrati sono stati anche sottratti al proprietario ed affidati ad un allevamento dove saranno curati e custoditi adeguatamente. Oltre ad accertare le violazioni di natura penale, i militari dell'Arma hanno anche rilevato che i due asini erano sprovvisti del microchip identificativo e che la struttura dove erano ricoverati, fatiscente ed abusiva, non risultava registrata ed autorizzata per la detenzione degli stessi animali, come previsto dalle vigenti normative in materia di anagrafe equina e sanità animale.

L'allevatore, come detto, è stato denunciato all’autorità giudiziaria, ai sensi dell’articolo 544 ter del codice penale (sul maltrattamento di animali), in quanto senza alcuna necessità cagionava lesioni ai suoi animali,

sottoponendoli a sevizie e comportamenti inammissibili per le loro caratteristiche etologiche. L'uomo è stato anche multato. La sanzione ammonta a 10mila euro per l'assenza delle relative autorizzazioni sanitarie.

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