Taranto, positivo al Covid un operaio dell'acciaieria

L'edificio, del reparto ossigeno, dove il dipendente ha avuto il malore, è stato sanificato

Taranto, positivo al Covid un operaio dell'acciaieria

È positivo al Coronavirus il dipendente dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto. Non si conosce ancora la sua età, ma fonti vicine allo stabilimento ci dicono " è giovane". Venerdì sera, durante il suo turno in fabbrica, l'uomo ha accusato un malore e la febbre, tipici sintomi del virus. Subito ha lasciato il posto di lavoro ed è stato sottoposto al tampone nell'ospedale "Giuseppe Moscati" del capoluogo pugliese, poi l'isolamento a casa e l'attesa dei risultati. La notizia è arrivata poco fa e sta già facendo il giro tra le chat dei dipendenti della più grande acciaieria d'Europa. Si tratta del primo caso di Coronavirus che si verifica nel siderurgico di ArcelorMittal.

Il Comune di Taranto, come si legge sull'agenzia di stampa Agi, ha ordinato al colosso franco-indiano dell'acciaio e ad Ilva in amministrazione straordinaria, rispettivamente gestore e proprietario del siderurgico di Taranto, di fermare entro trenta giorni gli impianti della fabbrica. Già precedentemente il primo cittadino, Rinaldo Melucci, aveva emesso un'ordinanza secondo la quale sia Mittal che Ilva in amministrazione straordinaria avrebbero dovuto individuare e rimuovere le cause alla base delle emissioni inquinanti. Il termine dell'ordinanza, però, non è stato rispettato. Non solo, le due società hanno anche impugnato l'atto amministrativo dinanzi al Tar di Lecce. "Loro hanno questa spocchia, credono di poter essere sopra le regole, sopra la salute, sopra tutto ma - sottolinea il sindaco di Taranto all'Agi - quell'epoca è finita del tutto. Dobbiamo ringraziare anche il Coronavirus per questa presa di coscienza".

Poi, due giorni fa, il decreto del prefetto di Taranto, Demetrio Martino, che, fino al 3 aprile, sospendeva l'attività produttiva ai fini commerciali, ma garantiva il mantenimento e la salvaguardia degli impianti, oltre alla sicurezza naturalmente. Avrebbero, quindi, continuato a lavorare 5.500 persone tra gli operai degli impianti e quelli dell'indotto. Decisione presa in seguito ad un confronto con il custode giudiziario, l'ingegnere Barbara Valenzano, i commissari straordinari (Francesco Ardito, Antonio Cattaneo, Antonio Lupo), il responsabile dello Spesal di Taranto (il servizio di prevenzione e sicurezza) ed i comandanti dei vigili del fuoco di Taranto e di Bari.

Ora che c'è il primo caso di Coronavirus all'interno dell'azienda, però, le cose potrebbero cambiare.

Intanto, come ha rassicurato ieri la Fim Cisl, "è stato già attivato il protocollo con la Asl in via cautelativa e si è proceduto a sanificare tutto l'edificio (del reparto ossigeno, ndr)" dove lavora l'operaio risultato positivo al Covid.

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