È la tempesta perfetta e si è abbattuta sul costo della vita degli italiani. Non era facile da prevedere e ogni speranza è caduta davanti a un nuovo evento drammatico. È come avvitarsi nella disgrazia. Adesso la scommessa è trovare la via per uscirne. L'Italia già boccheggiava nel 2019, prima della pandemia. Era un Paese che faceva i conti con una ripresa economica che tardava ad arrivare. Non si stava in salute, ma si tirava a campare, sognando una svolta, un colpo di reni, un cambio di passo. È arrivato il Covid e tutto si è fermato. La produzione è andata giù in picchiata e gli indici economici erano devastanti. Lì, bisogna riconoscerlo, c'è stata una risposta politica dell'Europa. Tutti, per un attimo, hanno capito che bisognava rendere meno severi i vincoli del patto di stabilità e dare vita a un'azione comune per favorire la ripresa. È così che nasce il piano Next Generation, come voglia di riprendersi il futuro.
Il 2022, con tutte le difficoltà, poteva essere l'anno della rinascita. C'era, anche in Italia, perfino un certo ottimismo. Siamo bravi, in fondo, a ricostruire. Non erano solo illusioni, magari qualcuno più attento stava però notando la fibrillazione dei prezzi, l'aumento un po' troppo veloce dell'inflazione. È come quando ricominci a correre e i battiti del cuore accelerano. Bisogna stare attenti, ma si può fare. Poteva comunque essere il segno di una ritrovata vitalità. È lì, con tempismo maledetto, che è arrivato Putin e l'aggressione all'Ucraina. Non era una guerra lontana, ma toccava l'Europa sulla carne viva. La crisi energetica è diventata ancora più profonda. Abbiamo visto in faccia i danni della globalizzazione. Le sanzioni sono un costo da pagare per punire chi si comporta da bruto nella comunità internazionale. È una scelta e ci sta. Solo che la tempesta si è condensata e i prezzi di merci e servizi sono lievitati. L'inflazione è una tassa brutale e colpisce i più deboli.
Adesso bisogna trovare il modo per sradicare le altre tasse, ma il debito pubblico non lascia grandi spazi di manovra. Per frenare l'inflazione la Bce è costretta ad aumentare il costo del denaro. Chi ha un mutuo a tassi variabili non sa davvero quale santo invocare. Il risultato è una povertà familiare e individuale che non si conosceva da tempo. È con questa realtà che le forze politiche devono fare i conti, perché quando in troppi non sanno come andare avanti può davvero accadere di tutto. Il governo e i partiti davanti a questa situazione si sono trovati spiazzati. La pandemia e la guerra hanno stravolto l'orizzonte. Non si può più restare chiusi dentro i confini politici di un tempo.
La realtà finirà per stravolgere anche la rappresentazione politica e prima o poi tutti dovranno abbandonare le proprie certezze, le parole d'ordine e anche i copioni più o meno a soggetto delle vecchie alleanze. Se questo non accade in fretta, si andrà verso le elezioni politiche a occhi chiusi, con astensioni di massa e le piazze in rivolta. Non c'è da invidiare i leader dei partiti (e ancor meno gli italiani).
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