Ieri notte, a Milano, nei giardini pubblici che portano il suo nome, la statua in bronzo di Indro Montanelli è stata nuovamente vandalizzata. Il motivo sono i suoi trascorsi nella guerra di Abissinia e l'episodio della sposa-bambina, ossia la relazione che Montanelli ebbe nel 1935 con una ragazzina eritrea. Non si è mai capito lei quanti anni avesse (12? 14?), né come si chiamasse (Destà? Fatìma?) né se sia esistita o no. Il fatto che l'unico a raccontare la storia sia stato solo Montanelli è la prova più convincente che tutto sia nel migliore dei casi un'invenzione, nel peggiore una montatura.
Comunque, da anni ciò serve a poter dare al vecchio Indro del fascista e del pedofilo.
La statua è già stata imbrattata più volte. Nel 2012 fu rigata con della pittura rossa. Nel 2019 con della vernice rosa. Nel 2020 con il colore rosso. Oggi invece viola. Il popolo arcobaleno comitati studenteschi, antifascisti, partigiani, femministi non si smentisce mai. Ecco perché, conosciuti quelli di sinistra, è un piccolo sollievo dirsi di destra.
A chi vuole cancellare le statue abbiamo più volte spiegato che il passato va studiato, capito, contestualizzato. Niente da fare. Il male non cresce mai così bene come quando nasce da un'ideologia.
Allora
non resta che consigliare di lasciare per sempre la statua così com'è, sporca. Per celebrare allo stesso tempo un unico grande giornalista e tanti piccoli imbrattatori. Anche loro si meritano un monumento.Alla stupidità.
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