Ha aggredito, colpendolo senza alcuna pietà, un agente di polizia penitenziaria che lo stava piantonando nell'ospedale Santa Maria di Terni, per poi scagliarsi anche contro un infermiere in servizio, accorso in soccorso dell'uomo in divisa che invocava aiuto a gran voce.
Protagonista in negativo dell'episodio un 20enne di origini bosniache, personaggio affetto da conclamate patologie di natura psichiatrica, e che aveva già commesso gesti estremi all'interno della struttura penitenziaria di Orvieto, dove si trovava detenuto.
Proprio fra le mura del carcere lo straniero aveva dato in escandescenze ed effettuato un tentativo di suicidio, a seguito del quale era stato condotto d'urgenza in ambulanza presso la struttura ospedaliera del Santa Maria della Stella di Orvieto.
Da qui, poi, il trasferimento al Santa Maria di Terni, dove era stato ricoverato nel reparto di rianimazione. In condizioni giudicate gravi dal personale medico, ma non tali da pregiudicare la sua sopravvivenza, era quindi stato spostato presso "Medicina d'Urgenza", restando sempre piantonato dal personale di polizia penitenziaria. Qui si è verificato il caso di aggressione.
I fatti sono avvenuti durante la serata dello scorso martedì 14 gennaio. Sono all'incirca le ore 17, quando il bosniaco salta giù dal letto e si scaglia contro il poliziotto che lo aveva in custodia, cogliendolo di sorpresa e pestandolo come una furia con calci e pugni, dopo averlo spinto a terra. Non pago, il 20enne afferra una sedia e si accanisce ulteriormente sul povero agente, che riesce comunque a proteggersi ed a gridare una richiesta d'aiuto.
Ad udire la sua voce un infermiere del reparto, che tenta di intervenire a difesa dell'uomo in divisa ma viene morso dal facinoroso al braccio.
Grazie all'intervento di alcuni colleghi del poliziotto ferito, il detenuto è stato bloccato e quindi trasferito presso il reparto detentivo della medesima struttura sanitaria. Agente ed infermiere sono stati medicati al pronto soccorso, ricevendo una prognosi di 7 giorni a causa delle lesioni riportate.
La denuncia arriva dal segretario nazionale per la regione Umbria del Sappe (Sindacato autonomo di polizia penitenziaria) Fabrizio Bonino, e ad essa hanno fatto seguito anche le parole del segretario generale Donato Capece.
"Una cosa grave, che poteva creare ulteriori seri problemi alla sicurezza e all’incolumità dei poliziotti, dei detenuti, dei cittadini e dei ricoverati. La grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della polizia penitenziaria", accusa il segretario, come riportato da "Umbria 24". Capece denuncia le condizioni impossibili in cui si trovano ad operare gli agenti della penitenziaria, "che sono sotto organico, non retribuiti degnamente, con poca formazione e aggiornamento professionale, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio, con mezzi di trasporto dei detenuti spessissimo inidonei a circolare per le strade del Paese, fermi nelle officine perché non ci sono soldi per ripararli o con centinaia di migliaia di chilometri già percorsi", aggiunge.
Le rimostranze del sindacato si estendono poi anche nei confronti del "quotidiano e sistematico ricorso di visite mediche
in ospedali e centri medici fuori dal carcere, con contestuale massiccio impiego di personale di scorta appartenente alla Polizia Penitenziaria, per la diffusa presenza di patologie tra i detenuti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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