È apparso come una meteora nel cielo della politica italiana, l'ha impaurita, sconquassata e ieri, a soli 61 anni, se ne è andato con grande dignità. Gianroberto Casaleggio, cofondatore, mente e di fatto padrone del Movimento Cinquestelle, è morto ieri a Milano. Dicono che fosse un genio, un visionario, e probabilmente è vero, tanto è stato fulmineo e travolgente il successo del suo progetto. Oggi sarà celebrato in tutte le salse. Noi, riconosciuti i meriti come si fa con un grande avversario, non cambiamo però idea. La teoria portata avanti da Gianroberto Casaleggio era ed è un pericolo per la democrazia, una minaccia alle nostre libertà, un continuo imbroglio politico non meno grave di quelli che ci propinano i partiti tradizionali e della famigerata casta.
Ci voleva appunto un genio per riuscire a spacciare come svolta salutare per il Paese una pericolosa dittatura. Il Cinquestelle made in Casaleggio-Grillo è una setta governata col metodo del terrore. Per di più una setta segreta, opaca nei bilanci non meno di qualsiasi altro partito, che ha sostituito le sacrestie un tempo frequentate dalle logge con il cervellone di un computer attraverso il quale tutto si controlla e tutto si governa. Non esiste una sede di partito, il quartier generale è la Casaleggio Associati, società di consulenza per le strategie digitali ora passata nelle mani del figlio del fondatore. Tutto, dalle primarie on line per la scelta dei candidati ai messaggi da divulgare, ai commenti da pubblicare, è nelle mani di chi detiene il codice di accesso al computer. Potere assoluto, senza possibilità di controlli, verifiche. Un sistema inviolabile, che in confronto gli archivi di Andreotti, le liste della P2 e gli intrighi più o meno quotidiani della politica sono un libro aperto, come dimostrano le inchieste giudiziarie.
Per non parlare dei contenuti. Il programma di Casaleggio era di creare un governo universale mixando marxismo, socialismo reale ed ecologismo demagogico, il tutto con un pizzico di Hare Krishna e una spruzzata di Dianetics. L'hanno chiamato «la decrescita felice», dove tutti gli uomini sono uguali, felici e obbedienti, ovviamente meno quelli che hanno le chiavi di accesso ai computer della Casaleggio Associati.
Una democrazia così ci fa orrore. E se in molti ci hanno creduto è soltanto perché quando non sai più dove sbattere la testa, ecco che allora va bene pure il santone, il guru.
A molti, ma non a noi.
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