Timbravano, ma non lavoravano: nei guai 38 furbetti del cartellino

Scovati 38 furbetti del cartellino a Taurianova: i dipendenti timbravano il loro badge, ma poi nessuno di loro andava effettivamente a lavorare

Timbravano, ma non lavoravano: nei guai 38 furbetti del cartellino

A fare la spesa, a giocare alle slot-machine e perfino a partecipare alle esequie di un funerale piuttosto che essere al loro posto di lavoro. La guarda di finanza della compagnia di Palmi ha scoperto dei "furbetti del cartellino" nel polo sanitario dell'Asp di Taurianova in provincia di Reggio Calabria. Sono 13 le misure cautelari emesse nei confronti di altrettanti dipendenti attraverso le ordinanze del Gip e su coordinamento della procura della Repubblica di Palmi con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Nel corso dell'operazione sono state notificate 38 informazioni di garanzia, che hanno riguardato i destinatari del suddetto provvedimento, nonchè altri 25 indagati. Il provvedimento eseguito costituisce l'epilogo di una complessa indagine, coordinata dalla procura diretta da Ottavio Sferlazza, che ha consentito di individuare ripetute truffe da parte di numerosi dipendenti dell'Asp di Reggio Calabria, in servizio presso il polo di Taurianova che, pur timbrando il cartellino che attestava la loro presenza in ufficio, si assentavano in maniera del tutto ingiustificata e sistematica, per dedicarsi alle più disparate esigenze di carattere personale.

Le indagini sono state effettuati con appostamenti, intercettazioni, riprese video, mirati servizi di osservazione, pedinamento e controllo e riscontri documentali. Così è stato possibile rilevare che gli indagati, approfittando della mancanza di controllo da parte dei rispettivi dirigenti, dopo aver timbrato il cartellino o firmato il foglio di presenza, anziché occuparsi delle loro mansioni di lavoro, si allontanavano per dedicarsi ad attività private e ludiche di ogni genere, come giocare alle slot-machine, girovagare per le vie cittadine e sostare all’interno dei diversi esercizi commerciali per leggere i quotidiani, recarsi al supermercato per fare la spesa.

In alcuni casi gli indagati si assentavano inoltre per prendere parte ad eventi religiosi e funerali. Oltre all’assenza ingiustificata e reiterata nel tempo dal posto di lavoro, è stata rilevata anche l’inoperosità quotidiana di buona parte dei dipendenti che, in svariate occasioni, dopo aver timbrato, stazionavano per ore nell’atrio esterno del plesso dell'Asp. Le indagini hanno permesso di riscontrare che gli indagati non solo non effettuavano le ore di servizio previste, ma addirittura attestavano falsamente l’effettuazione di straordinario, fino ad oltre 30 ore mensili.

Ad esempio un dipendente, nel pomeriggio, arrivava sul posto di lavoro in tuta, consegnava il proprio badge a un collega che timbrava al suo posto, per poi andare a dedicarsi alla sua attività sportiva. Un ulteriore caso emerso nel corso delle indagini ha riguardato un indagato che durante la stagione estiva riusciva a farsi certificare, con la compiacenza del medico di base, una condizione di malattia, assentandosi in tal modo dal lavoro ufficialmente per motivi di salute, quando, in realtà, si trovava presso un lido balneare di una nota località ionica del basso reggino a godersi una giornata di relax.

Le condotte illecite sono risultate peraltro agevolate da modalità di gestione e certificazione della presenza quotidiana a lavoro presso la struttura dell'Asp del tutto inadeguate e connotate da allarmante superficialità. Difatti, dalla disamina della copiosa documentazione acquisita presso gli uffici preposti alla liquidazione degli stipendi dei dipendenti nonché dalle dichiarazioni rese in atti dai responsabili degli uffici in questione, venivano riscontrate gravi inefficienze organizzative e gestionali rispetto alle modalità di controllo e rendicontazione delle presenze del personale impiegato presso l'Asp, tali da consentire la possibilità di adottare all’interno dei singoli uffici, in maniera arbitraria, variegate modalità di rendicontazione, in alcun modo rispondenti alle disposizioni previste. Addirittura in un settore della struttura non era adottato alcun sistema di rendicontazione e controllo delle presenze lavorative dei dipendenti.

Le misure cautealari hanno interessato 13 dipendenti. Ma nel corso della stessa operazione, sono state notificate 38 informazioni di garanzia, che hanno riguardato i destinatari del provvedimento, nonché ulteriori 25 indagati.

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