Torino, protesta mamme graduatoria voucher: “Italiani penalizzati”

Le rimostranze da parte di nuclei familiari di connazionali, esclusi dall’assegnazione dei voucher scolastici pur se in possesso di tutti i requisiti. Famiglie di stranieri scavalcano italiani, vista l’impossibilità di chiarire correttamente redditi e patrimoni: la soluzione di alcuni comuni virtuosi

Torino, protesta mamme graduatoria voucher: “Italiani penalizzati”

Alcune mamme si sono date appuntamento quest’oggi sotto la sede della Regione Piemonte di piazza Castello (Torino), per protestare contro i criteri di assegnazione dei voucher scolastici.

Con l’appoggio di CasaPound, le donne hanno organizzato il presidio mostrando uno striscione dal contenuto diretto ed esplicito: “No alle graduatorie che penalizzano gli italiani”. Ma cosa sono i voucher? Si tratta di contributi regionali che possono raggiungere i 600 euro, denaro utilizzabile esclusivamente per l’acquisto di materiale scolastico.

A protestare contro la Regione Piemonte, dunque, sono alcune famiglie italiane che, pur se in possesso dei requisiti, non sono riuscite ad ottenere il bonus scuola, superate in graduatoria da nuclei familiari di extracomunitari. Ed è questo il nodo della questione, ovvero le modalità di valutazione adottate per stabilire una graduatoria. Il problema nasce dall’impossibilità di calcolare correttamente la dichiarazione dei redditi ed i patrimoni di numerose famiglie di stranieri, che invece hanno avuto accesso ai voucher, come riferisce anche una delle manifestanti. Si tratta di Enza, madre di tre figli, per l’istruzione dei quali spende oltre mille euro l’anno, come riportato da “TorinOggi”. “Sono finiti i soldi per gli italiani. Sono triplicate le domande per gli stranieri. Loro non dichiarano niente, dal reddito alle case”.

Il responsabile di CasaPound di Torino Matteo Rossino propone la soluzione già adottata dai comuni di Todi e Parabiago.

Questi hanno introdotto infatti l’obbligo per gli stranieri intenzionati ad ottenere benefici e sussidi di presentare un documento ufficiale del paese di origine che attesti tutti i beni posseduti al di fuori dell’Unione Europea.

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