Torino, scritte offensive sulla sede. Il Pd: "Non ci faremo intimidire"

Insulti e simboli fascisti sulle mura ed il cancello del palazzo che ospita la sede Pd del quartiere le Vallette. La condanna del sindaco Appendino: "Vigliacchi e criminali, spero che i responsabili vengano presto individuati"

Torino, scritte offensive sulla sede. Il Pd: "Non ci faremo intimidire"

È polemica dopo il raid vandalico alla sede del Pd nel quartiere Vallette di Torino. Nella notte che intercorre fra venerdì e sabato scorsi, infatti, qualcuno ha imbrattato le mura ed anche il cancello del palazzo occupato dal Partito democratico e dalla onlus Stranaidea con messaggi diffamanti.

A denunciare l'accaduto il segretario dell'associazione, che ha postato sulla propria pagina Facebook le foto delle scritte. Nelle varie immagini si leggono insulti quali"Duce", e"Pd, zecche di me**a". Il tutto accompagnato da croci celtiche ed una probabile firma, ossia "Drughi Insani".

Durissima la condanna del sindaco di Torino Chiara Appendino. "Vigliacchi e criminali gli autori delle scritte fasciste sulla sede del @pdnetwork e della onlus Stranaidea", ha commentato la cinque stelle, come riportato da "TorinoToday". "Esprimo la solidarietà mia e della Città di Torino, nella speranza che i responsabili vengano presto individuati".

Alla parole del primo cittadino, seguono quelle del segretario metropolitano Pd Domenico "Mimmo" Carretta, intervenuto a sua volta su Facebook. "Un attacco non solo mirato al nostro partito, ma anche a quella di un'associazione, una onlus che si occupa della riabilitazione di persone con disabilità intellettiva, ospitata nella stessa struttura. 'Pd zecche di me**a'. E poi croci celtiche e svastiche", ha dichiarato il consigliere, prima di passare all'attacco. "Già, ancora una volta la vigliaccheria porta la firma neofascista. Il fascismo dunque continua a vomitare il suo odio la notte, mentre di giorno, proprio negli stessi quartieri periferici, come ad esempio le Vallette, dove il disagio è più presente che in altre zone della città, indossano i candidi panni dei 'buoni', quelli che 'aiutano'. Ma il 'fascista buono' non è altro che una leggenda. Da sempre. Come le leggende che saltano fuori ogni tanto in cui si racconta di un Benito Mussolini che faceva cose buone".

Il gesto intimidatorio

non sembra comunque aver sortito il suo effetto. La consigliera della circoscrizione cinque Mary Gagliardi, segretario della sede colpita, ha affermato: "Qui non era mai successo. Ma non ci faremo intimorire".

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