Trattativo Stato-mafia, Mancino indagato per falsa testimonianza

L'ex ministro dell'Interno è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Palermo

Trattativo Stato-mafia, Mancino indagato per falsa testimonianza

L'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino è finito iscritto nel registro degli indagati della Procura di Palermo. L'ipotesi che gli viene contestata è quella di falsa testimonianza. La decisione, presa dai magistrati del pool guidato dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia, arriva alla vigilia della chiusura delle indagini relative alla presunta trattativo tra mafia e Stato.

Le posizioni delle nove persone sotto indagine sono ancora al vaglio: bisognerà stabilire - spiegano dalla Procura - quale sarà l'imputazione finale contestata ad ognuno di loro. Le ipotesi di reato vanno dalla falsa testimonianza, al favoreggiamento aggravato, al concorso in violenza, fino alla minaccia a un corpo polito, amministrativo o giudiziaro. L'ipotesi più grave sarebbe

Finora il ruolo di Mancino non era stato considerato determinante. La sua posizione è però cambiata dopo la sua deposizione al processo Mori, il 24 febbraio scorso.

Ieri era stato riascoltato come teste dai pm anche un altro ex ministro dell'Interno, Vincenzo Scotti. L'obiettivo che persegue l'accusa è quella di arrivare a comprendere i motivi che portarono a sostituire Scotti al Viminale proprio con Mancino, nei giorni tra la strage di Capaci e quella di via d'Amelio.

Alla notizia dell'iscrizione al registro, Mancino ha risposto di non essere sorpreso: "Il teorema che lo Stato, e non pezzi o uomini dello Stato, abbia trattato con la mafia è vecchio di almeno venti anni - ha sottolineato - ma non c’è ancora straccio di prova che

possa confortarlo di solidi argomenti".

Per quanto mi riguarda, ha concluso: "Sono stato ministro dell’Interno e ho difeso lo Stato dagli attacchi della mafia, che ho combattuto con fermezza e determinazione".

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