Travolse e uccise ragazza, scarcerato dopo un anno

Investì e uccise una ragazza di 24 anni mentre era sotto l'effetto di droghe. Dopo il patteggiamento della pena lo scorso febbraio, oggi l'investitore è tornato in libertà

Travolse e uccise ragazza, scarcerato dopo un anno

Travolse e uccise con l'auto una ragazza di soli 24 anni ma, a meno di un anno dal tragico misfatto, ritorna in libertà. Così, il tribunale di Ragusa ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari emessa nei confronti di Carmelo Ferraro, 35 anni di Scicli, che il 15 luglio 2019, investì - sotto l'effetto di stupefacenti - la giovanissima Martina Aprile sulla strada che collega Cava D'Aliga a Donnalucata, nel Ragusano.

Le motivazioni della sentenza di scarcerazione

Lo scorso febbraio, ha ottenuto il patteggiamento della pena a 4 anni e 6 mesi, con annesso ritiro della patente, per il reato di omicidio stradale. Oggi, a distanza di 7 mesi dalla sentenza, ottiene la scarcerazione definitiva. Questa la decisione insindacabile del giudice del tribunale di Ragusa che, su richiesta del pool difensivo, ha concesso la revoca degli arresti domiciliari al 35enne. "La condotta collaborativa dell'uomo, mantenuta sin dall'inizio, - riferisce l'agenzia stampa Agi circa le motivazioni del verdetto - il percorso terapeutico effettuato e la condotta tenuta durante l'esecuzione della misura, consentono di ritenere cessate le esigenze cautelari".

L'investitore era sotto l'effetto di stupefacenti

Quando il 35enne travolse e uccise la ragazza, mamma di un bimbo di pochi anni, era sotto l'effetto di stupefacenti. In fase di indagine, i carabinieri accertarono che l'uomo avesse assunto droghe (metadone e cocaina) nelle ore precedenti all'incidente. Tale condizione, però, non è stata considerata una aggravante da giudici. Anzi, stando a quanto si apprende dalla motivazioni della sentenza odierna, il suo percorso riabilitativo è stato pressoché soddisfacente tanto da meritare il ritorno alla libertà.

"Servono pene più severe"

Delusione e amarezza per i genitori di Martina. I familiari della 24enne, ora affidatari del nipotino, lamentano una eccessiva ''tenuità'' della pena per il reato di omicidio stradale. Alle loro rimostranze, si unisce l'appello disperato dei genitori di Alessio e Simone D'Antonio, i due cuginetti di 15 anni investiti da un Suv a Donnalucata appena qualche giorno prima che la giovane ragazza ragusana fosse travolta dal 35enne. Anche l'investitore dei due minorenni, proprio lo scorso febbraio, ha ottenuto il patteggiamento della pena.

Il ministro Alfonso Bonafede aveva promesso loro un disegno di legge, che avrebbe portato il cognome dei due ragazzini, con un inasprimento della pena e l'impossibilità di accedere a riti alternativi. Ma, al momento, nulla è cambiato: entrambi gli investitori sono tornati a piede libero.

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