Gli assembramenti, le strade affollate e lo shopping senza freni: il governo teme seriamente una terza ondata e perciò si prepara a varare nuove misure più rigide in vista del periodo di Natale. Nella serata di ieri è stata convocata una riunione d'urgenza tra il premier Giuseppe Conte, i capidelegazione dei partiti di maggioranza, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e il sottosegretario Riccardo Fraccaro. Ma non è stato altro che un "gabinetto di guerra", come riferisce uno dei partecipanti. Da una parte chi vuole concedere qualche allentamento per far respirare gli italiani, dall'altra chi vorrebbe seguire la linea della Germania e provvedere a un lockdown generale.
Non a caso si sta pensando di far diventare tutto il Paese zona rossa, o zona arancione, dal 24 dicembre al 2 o 6 gennaio. E dunque probabilmente verrà vietato ogni tipo di spostamento. Una deroga potrà essere prevista per coloro che abitano in un Comune con meno di 5mila abitanti, che potrebbero muoversi restando entro i 30 chilometri. "Il problema è che noi il 7 gennaio dobbiamo riaprire tutto, a cominciare dalle scuole, e non possiamo rischiare di non farlo perché qualcuno vuole andare a fare shopping o a cambiare i regali di Natale", fa sapere un ministro a La Stampa. Cosa succederà nelle festività verrà deciso questa mattina: a breve si riuniranno governo e scienziati per studiare le norme da introdurre in vista dei festeggiamenti di fine anno.
Cosa può succedere
La linea del presidente del Consiglio sembra essere piuttosto chiara: imporre un ulteriore inasprimento delle misure per Natale. Se il Comitato tecnico-scientifico darà per quasi certo il pericolo di una terza ondata, allora si chiuderà tutta l'Italia. Conte è pronto a farlo sulla scia della decisione intrapresa dalla cancelliera Angela Merkel. Comunque nelle prossime ore si valuteranno un aggiornamento della curva epidemiologica e l'eventuale necessità di un pugno duro per reggere in maniera più efficace l'impatto che il Coronavirus avrà in occasione del Natale. "C'è bisogno di un atto di estrema chiarezza", afferma senza dubbi Roberto Speranza. Il dialogo però sarà tutt'altro che facile: i renziani sono pronti a mettersi di traverso e a spingere per scelte morbide. Non a caso il ministro Teresa Bellanova ha avvertito: "Confrontiamoci con la comunità scientifica e decidiamo misure coerenti e comprensibili. Scegliamone anche più restrittive di quelle attuali, se necessario, ma comprensibili. Perché solo così i cittadini saranno indotti a rispettarle".
Al vertice di ieri sera l'ala rigorista si è presentata con una sorta di lockdown in mano. Sul tavolo delle ipotesi torna così il "dentro tutti" che abbiamo temuto nei mesi di settembre e ottobre. Come sottolineato sempre da La Stampa, le possibilità concrete sono tre. La componente più prudente vorrebbe chiudere bar e ristoranti per tutte le feste (ad eccezione di chi vende beni essenziali) e di conseguenza vietare gli spostamenti per pranzare con i parenti, ma su questo si potrebbero valutare deroghe. In alternativa si potrebbe decidere di far valere le nuove norme solo dal 24 e il primo gennaio. L'ultima opzione riguarda la cosiddetta "variante zona arancione", che vieterebbe lo spostamento tra i Comuni ma lascerebbe aperti i negozi.
È stato ipotizzato di anticipare al 19 dicembre il blocco degli spostamenti. Si valuta infine l'anticipazione del coprifuoco dalle 22 alle 20 o addirittura alle 18, anche se quest'ultima ipotesi è meno probabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.